Genitori brindisini sul piede di guerra e questa volta al centro della bufera ci sono i bambini diversamente abili. Il famigerato piano di riordino ospedaliero che stravolgerà nei prossimi mesi la sanità locale, prevede anche un drastico ridimensionamento del NIAT, il Servizio di Neuropsichiatria infantile all’interno del Dipartimento di Salute Mentale, che si occupa di integrazione scolastica di minori con difficoltà, di servizii riabilitativi, di fornire assistenti alla persona nelle scuole per questi bambini meno fortunati. Ebbene, alcuni genitori che già lamentano gravi disagi, temono che questo ulteriore taglio al personale e ridimensionamento della struttura, possa penalizzare ulteriormente i propri figli. C’è già qualche genitore che ha visto ridurre, dimezzare in alcuni casi, le ore di assistenza durante le lezioni al proprio figlio, senza esserne preventivamente avvertito e senza soprattuto possibilità di poter ripristinare il monte ore originale per carenza di personale. E’ ormai pratica consolidata, perchè la legge lo consente, quella secondo la quale la stessa assistente alla persona debba seguire due, a volte tre bambini dividendo, in base alla gravità, il proprio monte ore. Una situazione che non porta a nulla di buono, soprattutto nei casi di disabilità molto gravi in cui il minore deve essere affiancato da un’assistente per tutta la durata delle lezioni e non solo per poche ore, e che ora rischia di peggiorare ulteriormente. E se da un lato i nuovi LEA, Livelli Essenziali di Assistenza, riconoscono patologie fino ad ora ignorate quali ad esempio l’autismo, dall’altro si mortificano i servizi territoriali che di autismo e di tutte le altre disabilità si occupano. I genitori ovviamente non accettano questa ulteriore offesa alla dignità dei propri figli e sanno di non essere soli in questa battaglia condivisa anche dagli operatori e dagli insegnanti. La strada è in salita, ma la sensazione è che difficilmente si demorderà!