di Gianfranco Solazzo
Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi
Lo scorso 26 luglio si è tenuto il primo incontro da remoto del Comitato di Coordinamento ex Art. 24/bis (Decreto legge 50/22), preseduto dalla Sottosegretaria di Stato al Ministero delle imprese e del Made in Italy Fausta Bergamotto, cui abbiamo partecipato come Cisl sostenendo che il processo di transizione che dovrà affrontare il sistema industriale di Brindisi – storicamente al servizio del territorio e del Paese – determinerà una trasformazione economica, produttiva e sociale inedita, con particolare riguardo al processo di decarbonizzazione e non solo.
Abbiamo evidenziato, a tal proposito, la necessità di organizzare tavoli dedicati alle specificità dei territori interessati, ovvero Brindisi e Civitavecchia, dove insistono le due centrali a carbone di Enel, rispettivamente la Federico II e quella di Torrevaldaliga Nord.
Ed abbiamo anche sostenuto che lo stesso Comitato, per il cui insediamento si sono particolarmente spesi i parlamentari D’Attis e Battilocchio, deve svolgere un lavoro operativo, in quanto siamo già in una fase avanzata di transizione energetica che non consente altri ritardi, per cui è necessario entrare nel merito delle questioni, a cominciare da investimenti, lavoro, occupazione, nuove competenze, nuove professionalità.
Ovviamente continueremo a seguire con particolare attenzione lo sviluppo dei lavori del Comitato in questione, per dare il nostro contributo propositivo, come sempre in chiave di partecipazione e di dialogo sociale.
Più volte come Cisl ci siamo espressi sul polo energetico brindisino, che è stato fondamentale per il sistema produttivo ed occupazionale del territorio; un sistema che coinvolge imprese, indotto, circa 900 tra lavoratori diretti e indiretti della Centrale elettrica Federico II e che vorremmo si confermasse riferimento sostenibile sia di carattere produttivo che occupazionale.
Abbiamo dato atto all’Enel della disponibilità dimostrata con la sottoscrizione di un verbale di accordo, per la formazione di 120 lavoratori dell’appalto come installatori di pannelli fotovoltaici; un investimento esclusivamente a suo carico e, ad oggi, l’unica azione concreta sulla strada della transizione che si è potuta realizzare a Brindisi.
Anche su questo versante della formazione e della riqualificazione del personale, sosteniamo che la misura GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori), per cui il PNRR ha assegnato una prima tranche di 69 ml alla Regione Puglia, potrebbe essere utile per tali cause; ma resta una priorità che è quella di avere oggi puntuale contezza dei piani industriali dell’Azienda Enel, così come del restante sistema produttivo che deve esercitare la propria responsabilità sociale nei confronti del territorio, con piani industriali propedeutici a tutto ciò che sarà materia di confronto, anche in sede di suddetto Comitato e, in particolar modo, con tutti i grossi player dell’energia che sono presenti a Brindisi.
Più volte ci sono stati illustrati gli investimenti sui parchi fotovoltaici, sulla logistica con enel logistics, sull’insediamento di aziende come Act Blade e Standex, rispettivamente sulla filiera di pale eoliche innovative e su produzione di moduli fotovoltaici da riciclo della plastica, così come gli investimenti di Renantis sulla filiera di costruzione di pale eoliche e di Alboran sull’idrogeno e sui progetti di A2A, il deposito Edison di Gnl; ma avere contezza su fabbisogni di professionalità e di posti di lavoro è propedeutico rispetto al resto.
Non poche volte siamo intervenuti, anche di recente, evidenziando come la dismissione del carbone non debba essere dismissione del polo energetico, quanto invece opportunità per attirare ulteriori investimenti miranti, ad esempio, alla costruzione di impianti di stoccaggio di energia, di cattura della CO2, di produzione di idrogeno e riguardanti tecnologie innovative .
Crediamo, infatti, che Brindisi possa candidarsi per accogliere un’altra 3Sun Gigafactory, società del gruppo Enel che a Catania produce moduli fotovoltaici di nuova generazione, avendo tutte le carte in regola anche dal punto di vista infrastrutturale, se pensiamo al porto, alla Zes, alla Zfd.
Anche la piattaforma territoriale che a suo tempo sottoscrivemmo come OO.SS. confederali in sede di Confindustria andava nella direzione di creare sviluppo e non certo decrescita.
Peraltro, la decisione negativa di Terna in merito alla necessità di una centrale turbogas in sostituzione di quella a carbone, ha sollevato le nostre perplessità, in quanto valutazione a nostro avviso confliggente con i programmi europei e nazionali.
E ciò, anche considerato che il Pniec che dovrà essere approvato entro giugno 2024, prevede il gas come fonte energetica di transizione.
Si consideri che, per alleviare il danno del deficit di produzione idroelettrica a seguito della siccità di questa stagione estiva, si è dovuto anche far ricorso alla produzione termoelettrica e soprattutto a quella da carbone; per questo crediamo che il turbogas dal punto di vista ambientale avrebbe dato una risposta diversa a Brindisi e non solo.
Perciò abbiamo condiviso la posizione delle federazioni confederali di categoria, in merito alla bontà di realizzare una centrale a Gas in sostituzione di quella a carbone, che per di più sarebbe funzionale senza dubbio alla sicurezza energetica del Paese e con ricadute positive aggiuntive sul sistema produttivo e occupazionale del territorio.
E’ noto, anche ai non addetti ai lavori, che in tema di crisi energetica, bisogna liberarsi definitivamente dalla dipendenza russa, tanto che si stanno realizzando accordi con altri Paesi, nonostante alcuni di essi non siano proprio caratterizzati da stabilità politica; così come si intende aumentare la disponibilità di impianti di rigassificatori galleggianti, come quelli di Ravenna e di Piombino.
Le numerosissime interruzioni di energia elettrica che stanno interessando il Paese, in questi mesi di forte calura, la dicono lunga sulla perdurante necessità delle Centrali termoelettriche, chiarendo che per quanto attiene alle rinnovabili, sulle quali puntare decisamente, è solo nelle filiere produttive che possono crearsi spazi di occupazione aggiuntiva.
Sosteniamo, da tempo, che per il delicato e imprescindibile processo di decarbonizzazione che interesserà il territorio, con sostanziali ripercussioni sul sistema economico e occupazionale, sia utile realizzare una banca dati che dia contezza del fabbisogno di professionalità del sistema produttivo di Brindisi, specie per i tanti lavoratori e lavoratrici che al momento vivono esclusivamente di ammortizzatori sociali.
Una banca dati frutto di un protocollo di intesa tra associazioni imprenditoriali, sindacati confederali, Enti bilaterali, con il monitoraggio di Arpal e coinvolgendo eventualmente altri Enti come l’Inps, l’Inail, l’Itl, per fornire risposte alle conseguenze del processo di decarbonizzazione ma anche alle vertenze che attualmente non vedono soluzione (emblematica quella del Gruppo Dema, nel settore aeronautico).
Ad oggi l’Accordo di programma per Brindisi del 2018, per cui risultano risorse a disposizione non spese, il rifinanziamento del fondo per la crescita sostenibile e per i contratti di sviluppo rivenienti dalla Legge di Bilancio 2022, potrebbero essere ulteriore montante a disposizione del Comitato di Coordinamento ex Art. 24/bis, finalmente insediato e che deve essere operativo, in quanto siamo già in una fase avanzata di transizione energetica che non consente altri ritardi.
Non ci appassiona più di tanto denominare questo territorio “area di sviluppo” anziché “area di crisi”; giacché siamo esclusivamente interessati a contrattare quali impatti occupazionali determinerà il processo di decarbonizzazione a Brindisi, quali saranno le nuove necessità produttive industriali, quali prospettive interesseranno gli altri grandi player industriali che operano già sul territorio, quali impatti positivi avranno tutti i fattori evocati sull’occupazione in specie giovanile.
Gianfranco Solazzo