ROMANO – RIZZO, L’ARROGANTE SCONFITTO: TRA VITTIMISMO E ATTACCHI PERSONALI, IL “GIÀ SINDACO” SI RIFIUTA DI ACCETTARE LA SCONFITTA

In politica, gli atti, i fatti e i comportamenti hanno un significato proprio; è importante analizzarli e comprenderli perché non ci sono spazi vuoti nel governo.Durante il primo Consiglio Comunale della maggioranza Argentieri, ci sono stati due comportamenti da parte dell’opposizione: l’assenza di Rizzo e Giannone (forse per lutto non dichiarato? Divergenze sulla gestione della fase? Rizzo non parla più per tutti? Crisi dello stalinismo rizziano?) e gli altri consiglieri di minoranza che si astengono dalla votazione per l’elezione dell’ufficio di presidenza del consiglio.Quest’ultimo comportamento assume un significato ancora più rilevante dopo le dichiarazioni del già Sindaco Rizzo, che sono state professorali, subdolamente minacciose nei confronti del segretario comunale e del comandante dei vigili, e immeritatamente saccenti.Mi è stato mostrato un intervento del già sindaco datato 2011: è indubbio che ci voglia una notevole capacità a ripetere le stesse cose con lo stesso linguaggio divisivo, calunnioso e provocatorio dopo 13 anni.Quindi, l’astensione diventa un atto politico importante che la maggioranza coglie e valuta.Se una maggioranza riesce a costruire consensi su un ampio programma amministrativo che prevede interventi nel sociale, nelle infrastrutture e nella pianificazione territoriale, allora attua una buona pratica nell’interesse del paese.Dopo 13 anni, lo stesso linguaggio, la stessa tecnica, ferire l’orgoglio, l’amor proprio: il “superiore gerarchico” (cioè io) della sindaca.Presumo che tu basi questa gerarchia sul merito, cioè sull’intelligenza politica, sulle capacità amministrative, sull’esperienza e sulla competenza. Se il superiore sono io, ti ringrazio davvero. E quindi anche da parte tua: CHAPEAU PINO ROMANO. Certo, penso che anche dalle tue parti valga la stessa cosa per Giannone e Lariccia. Se avessi accettato il mio consiglio di pensare ai processi che hai sul groppone, forse avremmo avuto due donne in lizza per le elezioni amministrative.In ogni caso, il “demone della lesa maestà” che tu evochi continuamente non è il mio, ma di chi sente l’esigenza di dimostrare il contrario, manifestando una insicurezza e una debolezza strutturale.Certamente, caro il mio già Sindaco, l’operazione mediatica che vuoi tentare mi sembra un po’ rischiosa: presentare Rizzo come una povera vittima in campagna elettorale. È meglio accettare rapidamente la sconfitta elettorale anziché cercare di apparire come una vittima.Lasciando da parte la tua vera ossessione per Pino Romano, che ti ha procurato una denuncia per diffamazione, hai avuto un “pensiero” tutti: parlamentari, consiglieri regionali, il tuo ex consigliere, i candidati della lista avversaria, i familiari della sindaca. Hai superato ogni limite di pudore e decenza con violenza verbale e arroganza nell’amministrazione.Non ti si addice il vittimismo. Ancora adesso mostri arroganza verso il consigliere che ha dimostrato “il suo effettivo spessore”, stimoli l’orgoglio della consigliera, giudichi le capacità di Pietanza nella sua carica; cosa ha di meno rispetto al tuo ex assessore Canoci e all’ex presidente del consiglio Garofalo?Cambia tono, argomenti e registro; non c’è più un esercito da armare contro.Tu stai in silenzio religioso; “ma mi faccia il piacere” ti direbbe il grande Totò.Accetta la cocente sconfitta e cerca di vedere i politici avversari come avversari e non come nemici.Ah, dimenticavo: la Sindaca ha chiesto una proroga per il bando di rifacimento delle strade rurali; speriamo che vada bene. Nella frenesia della tua campagna elettorale ti sei dimenticato (o forse non sapevi) di partecipare.Pino Romano

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