Se i costi della Sanità sono fuori controllo la colpa non è solo dei Direttori Generali delle AA.SS.LL. come qualcuno oggi vorrebbe far credere ma è di chi è deputato istituzionalmente ad organizzazione, amministrazione e controllo, cioè la politica. Dopo che i buoi sono scappati dalle stalle, oggi ai manager sanitari viene somministrato un decalogo “prodigioso” che non lascia trasparire alcun efficientamento sanitario ma solo tagli lineari e molta retorica.
Evidentemente … “passata la festa, gabbato lo santo”. Non è bastata neppure una pandemia, il cui unico pregio è stato quello di rendere visibili agli occhi di tutti le vulnerabilità del nostro Sistema Sanitario pubblico, per far comprendere la strada maestra: potenziamento dei Servizi pubblici e delle Risorse Umane.
Si registrano, invece, tagli che disegnano un profilo all’orizzonte preoccupante: la tutela di alcune “lobby” e la fuga inarrestabile di personale sanitario dal pubblico al privato.
Meglio tagliare, addossare responsabilità a terzi che ammettere: abbiamo sbagliato!
Troppe disposizioni, leggi, autorizzazioni e circolari scritte male, troppe competenze confuse. Un sistema sanitario soffocato da un’enorme mole di burocrazia inutile, ingarbugliata, a volte finanche contraddittoria che rallenta, quando non blocca del tutto (si pensi ai diversi maxi concorsi regionali), ogni processo di innovazione e di miglioramento.
Nelle AA.SS.LL. si fatica portare a termine anche le procedure più urgenti e necessarie perché ai Direttori non sono assegnati strumenti decisionali chiari e diretti. Come detto però, su di loro si vanno scaricando sempre maggiori responsabilità senza affidare corrispondenti e necessari poteri esecutivi.
Certo è, che a qualche Direttore Generale piace questa condizione. E’ il caso dell’attuale Commissario della ASL BR, il Dr. Gorgoni, che al Quotidiano dello scorso 9 aprile testualmente dichiarava: “accentrare qualunque decisione o autorizzazione è un passo deciso per far fronte alla difficoltà…” e ancora: “bisognerà comunque bilanciare le direttive regionali con la necessità di dare avvio alle nuove strutture sanitarie (ospedali di comunità, case di comunità e centrali operative territoriali) previste entro il 2026 dal PNRR. Si potrà discutere se gestirle direttamente o darle in gestione al privato accreditato …” .
Se la prima affermazione a lui sta bene … di sicuro la seconda è ripudiata dalla CISL FP che assicura da subito una battaglia serrata a qualunque commissario“liquidatore” della cosa pubblica.
Affermazioni, quelle del Dr. Gorgoni, che a nostro avviso vanno in una direzione opposta a quello che serve veramente ai cittadini, ovvero una forte assunzione di responsabilità da parte di chi deve garantire loro Salute. Si perché in queste longitudini territoriali curarsi è diventato un incubo, il sistema è vicino al collasso, si trasferiscono sulle persone i costi dei servizi e molti cittadini sono obbligati a ricorrere al privato puro con enormi esborsi di denaro.