Io l’8 tutto l’anno. Ci sono giorni in cui lo specchio non rimanda solo un volto, ma una geografia di volti, di percorsi di vita, di speranze, di sogni e di mancanze e l’8 marzo è certamente uno di questi. Un giorno dedicato alla memoria ma anche al racconto di conquiste, lotte e impegno quotidiano delle donne contro discriminazioni, violenze e diseguaglianze, di cui sono ancora oggi vittime.
Oggi in questo specchio si incrociano storie lontane e vicine che ci interpellano e ci invitano a riflettere e danno senso a questo fare memoria. Lì vediamo le donne ucraine partite dalla guerra verso destini incerti o rimaste a combattere per la liberazione del loro paese e donne russe scendere in piazza per la pace; donne iraniane pronte a morire per abbattere un regime anacronistico, crudele e antidemocratico e le 5 donne già morte in Italia dall’inizio del 2023; vediamo ancora i volti delle concittadine che si rivolgono ai nostri sportelli tutti i giorni per fare valere i propri diritti, per cercare strade dove sembrano esserci solo porte chiuse.
Al contempo vediamo una realtà sociale, culturale ed economica impregnata ancora di “ruoli di genere” e di stereotipi che ancora oggi chiedono alla donna di “scegliere”, tra l’essere madre o lavoratrice, spesso precaria, tra una carriera appagante e la famiglia; che le chiede di “conciliare”, il lavoro di cura e la carriera, il ruolo di cargiver per familiari anziani o malati con la carriera e persino il tempo libero; le chiede di individuare una collocazione, una dimensione, di “ritagliarsi” piccoli spazi di seconda fila, spesso aderendo a modelli maschili che mal si conciliano con la molteplicità dell’essere donna che racchiude in sé intrecci e sovrapposizioni di ruoli, di attitudini, di competenze trasversali, di modelli; le chiede, ancora, di “sacrificare” spazi, tempi, destini, ambizioni e, sempre, di farsi “equilibrista”, come ben racconta il rapporto di Save the Children “la maternità in Italia nel 2022”.
Nel medesimo specchio vediamo però il racconto di donne che non si arrendono.
Un Ansa del 6 marzo scorso registra come nel corso del 2022 l’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere abbia registrato una perdita di circa 6 mila imprese femminili rispetto al 2021 nei settori più tradizionali ma al contempo una costante crescita di competenze, professionalità e slancio femminile verso l’innovazione che le porta all’apertura di imprese anche in settori che ancora sono a prevalenza maschile.
In un Paese in cui i conti non tornano, il costo della vita aumenta, l’inflazione a due cifre spaventa, la rabbia e la paura del futuro sono diventati il sentimento dominante e la legge di bilancio premia solo i più forti e furbi, le donne, ostinatamente, ci provano, accettano la sfida di esserci, di dare il loro contributo alla crescita del paese.
E poi vediamo donne sfondare il “tetto di cristallo” che ancora c’è e resiste protetto, anche, dal gioco di squadra degli uomini e dall’incapacità delle stesse donne di fare squadra, di lavorare insieme per un comune destino.
E’ donna la Presidente del Consiglio e da lei, che ha dimostrato di sapersi prendere ambienti e ruoli maschili, ci aspettiamo attenzione anche ai sentimenti, alle emozioni, alle sofferenze, e donne sono pure ad animare un dibattito che vorrebbe riportare indietro le lancette della storia cancellando diritti acquisiti con dure battaglie come la 194; sono donne il premio Nobel Annie Ernaux, scrittrice intensa e coraggiosa e la nuova Presidente della Cassazione; Margherita Cassano; una donna, passando da Auschwitz allo scranno del Senato, ha inaugurato questa legislatura ma è donna pure Maria Messina Denaro, moglie del boss imprendibile di Cosa Nostra che ne ha coperto la latitanza e fatto parte del sistema criminale, come donne sono le madri e moglie e figli dei boss di casa nostra arrestate nelle scorse settimane. Donne infine quelle madri che con i lori figli partono alla volta di un’Europa che, pure donna e governata da donne, resta ancora matrigna.
E allora buon otto marzo, a tutte noi, qualunque sia il contributo che siamo chiamate a dare tutti i giorni, buon otto marzo di lotta e di coraggio, di impegno e di riscatto dai recinti, dalle “quote” e anche dall’ipocrisia delle celebrazioni di un giorno, perché Io l’8 tutto l’anno!
Coordinamento Donne Avvocatura Adoc