A distanza di 2 anni la grave discriminazione subita dal personale dell’Ispettorato del Lavoro a
causa del mancato riconoscimento della perequazione dell’indennità di amministrazione continua
a non trovare una soluzione.
Trattasi di lavoratori che, insieme a quelli dell’ANPAL, non si nono visti riconoscere l’aumento
dell’indennità di amministrazione disposto con legge di Bilancio 2020 per tutti i dipendenti dei
Ministeri.
Sebbene i dipendenti dell’Ispettorato del lavoro e dell’Anpal, transitando per effetto del JobsAct, nelle due agenzie create a costo “zero” abbiano conservato l’inquadramento nel CCNL del
Ministero del Lavoro, e non abbiano percepito alcun emolumento aggiuntivo dalle Agenzie
denominate INL e Anpal in convenzione con il Ministero del Lavoro, incomprensibilmente non
sono stati inseriti nel DPCM di ripartizione per gli anni 2021 e 2022.
Si tratta di diverse migliaia di Euro sottratte a questo personale, gravemente discriminato nei
confronti degli altri colleghi inquadrati nel medesimo CCNL Funzioni Centrali.
Tale discriminazione di traduce in un nocumento economico considerevole per il presente e per i
futuri emolumenti pensionistici.
Ad oggi, nonostante l’impegno assunto dal Ministro del lavoro con le OO.SS. per una rapida soluzione del
problema, nessun intervento correttivo è stato adottato.
Avendo, appurato che la Bozza di Legge di Bilancio 2023 non ha previsto alcuna rettifica del
madornale errore perpetrano ai danni di questi dipendenti è stato, per la seconda volta, proclamato
lo stato di agitazione a livello nazionale e indetto per il 12 dicembre il secondo sciopero dopo quello del 18
marzo 2022 che registrò il 90% delle adesioni.
Davvero assurdo che proprio il personale addetto al controllo sulla corretta applicazione dei Contratti e la
legislazione del lavoro debba subire un simile trattamento.