A BRINDISI I CITTADINI CONTANO SOLO AL MOMENTO DEL VOTO
Il copione è quello solito.
Si dice e si scrive che si vuol cambiare le cose, di voler coinvolgere i cittadini nella vita dell’amministrazione comunale per metterli in grado di decifrarne l’attività, di voler fare ricorso ai loro saperi, di voler promuovere decisioni partecipate sulle scelte strategiche della città, ma poi, purtroppo, la realtà dimostra che passare dalle parole ai fatti per questa amministrazione è un esercizio molto, ma molto faticoso, perché agli impegni, alle dichiarazioni, raramente hanno fatto seguito fatti concreti.
Tutto si è spesso risolto nella insopportabile retorica di chi esaurisce le proprie energie nelle promesse, nei proclami.
Il Sindaco Rossi, nel programma di mandato del 2018, aveva assunto come impegno fondamentale la partecipazione dei cittadini alla definizione dell’agenda politica della città, per recuperare il rapporto di fiducia tra cittadini ed istituzioni.
Lo riteneva neccessario in quanto : “in questi anni i cittadini/e sono solo stati chiamati ad esprimere il loro voto, spesso indirizzato da false promesse, ma mai sono stati messi in condizioni di diventare reali protagonisti, avendo luoghi e spazi istituzionali per discutere ed avanzare proposte”.
Per fare ciò, dichiarava, “istituiremo il Bilancio partecipato, coinvolgendo con incontri pubblici i cittadini nella definizione del bilancio”.
Una impegno che, come si può facilmente verificare da quanto accaduto in questi anni, è rimasto sulla carta, privo di ogni effetto pratico, considerata l’ assenza di qualsiasi iniziativa per dare sostanza concreta a quella esigenza.
Così accade che mentre a palazzo, nell’isolamento della sala giunta, si licenzia il bilancio preventivo del 2022-2024, da approvare nei prossimi giorni in consiglio comunale, in città prevale il silenzio, l’indifferenza della gran parte dei cittadini.
Eppure si tratta di uno dei documenti amministrativi più importanti, perchè racconta cosa si pensa di realizzare, la capacità di saper individuare i problemi, le emergenze, i bisogni dei cittadini, di saperli affrontare, di creare occasioni di sviluppo del territorio, di dare una prospettiva alla città, di essere insostanza all’altezza del compito che la comunità ha loro affidato.
Mentre altrove si pratica da tempo un nuovo modo di programmare l’intervento pubblico, abbassando il bericentro delle decisioni, facendo affidamento sui cittadini, esplorando i bisogni dall’interno del tessuto urbano, attraverso i saperi e le idee dei cittadini, che vivono da vicino i problemi e che finalmente possono proporsi nella individuazione e nella indicazione delle proprie esigenze non a posteriori, ma nella fase delicata della elaborazione delle scelte; qui, in questa città, siamo sempre fermi all’anno zero.
Un’attività che altrove è servita, a ricomporre il rapporto di fiducia dei cittadini con le istituzioni, con le rappresentanze politiche a livello comunale, revocati in dubbio da tantissimi casi di assenze, di ritardi, inefficienza, di sprechi, di privilegi, ma anche della mancanza di un effettivo controllo degli elettori sugli eletti.
Credo che gli ultimi avvenimenti, anche elettorali, abbiano palesemente dimostrato che i brindisini, stanchi delle tante promesse non mantenute, di essere marginalizzati dalla vita politica e amministrativa della città, di contare solo al momento del voto, hanno finito per smarrire il senso e la funzione di questa Amministrazione comunale, del Sindaco, dei partiti e movimenti che li sostengono, dai quali stanno rimarcando una sempre maggiore distanza e una crescente diffidenza, evidenziate anche dal massiccio ricorso all’astensione ed al voto di protesta, come si può agevolente verificare dai dati relativi alla partecipazione dei cittadini alle elezioni di questi ultimi anni, compresa quella relativo al ballottaggio che ha portato alla elezione del sindaco Rossi.
Non credo che ci sia molto tempo a disposizione per invertire la rotta. Non ci sono più alibi sui quali aggrapparsi. Bisogna dare senso e spessore alla delega dei cittadini, cogliere e non sprecare la richiesta di cambiamento che viene dalla città , dando una risposta nuova, coinvolgendo i cittadini, lavorando con chi vive da vicino i problemi, per recuperare la dignità del ruolo, ma anche per riportare tra la gente il vero senso e l’ indispensabilità della politica praticata in comune.
Non credo comunque, considerato i precedenti, che questa amministrazione sia all’altezza del suo compito.
Purtroppo non sono riusciti a comprendere, che la democrazia, come diceva un grande filosofo, sta più nelle orecchie, nell’ascolto, piuttosto che nella bocca, con le parole, con le promesse. E ascoltare i cittadini coinvolgerli non costituisce un fastidio, un intralcio alla democrazia, come sembra percepire dai comportamenti di questa amministrazione, anzi ne sono il motore, la ragione. Perchè il fatto di aver ricevuto la delega attraverso il voto. oltre a non essere un investimento divino, non preclude la mancanza di controllo, di dibattito e di ascolto, soprattutto se si devono prendere decisioni importanti che incidono in modo sostanziale sulle persone, sui loro bisogni, sulla qualità della loro vita.
Purtroppo in questa città il Sindaco, la Giunta, i partiti e i movimenti che lo appoggiano hanno dimostrato in questi anni di essere completamente Sordi.
Vincenzo Albano