Erchie, venerdì 16 settembre, quinto giorno di scuola. Lo scirocco che spira forte fa sentire già nelle temperature i venti d’Africa attesi da giorni nell’Auditorium della scuola media, fin da quando il Dirigente Scolastico, prof. Vito Andrea Mariggiò ha annunciato l’incontro delle terze classi con frate Ettore Marangi, giovane teologo e presbitero originario di Martina Franca da anni impegnato nelle baraccopoli del Kenya per progetti di Cooperazione Internazionale curati dai Frati Minori Cappuccini di cui è parte e fondamentale riferimento.
Il Dirigente ha voluto fortemente che fra Ettore portasse la propria testimonianza all’avvio di questo nuovo anno scolastico dedicato alla «Cultura della responsabilità». E dell’essere responsabili, fino al senso etimologico del termine di «dare risposta», fra Ettore è di certo un testimone privilegiato.
Chi si aspettava un fraticello tutto saio e pie pratiche ha dovuto ricredersi: fra Ettore è stato un vulcano, come si è definito egli stesso nel commentare la sua contagiosa voglia di vivere, aiutare i meno fortunati e rivoluzionare il sistema delle credenze e delle aspettative della società borghese occidentale.
Pantaloni larghi e multicolor decorati con motivi tradizionali africani, t-shirt nera e borsa a tracolla – tutto rigorosamente di seconda mano, come ha tenuto a precisare – fra Ettore è arrivato a scuola mimetizzandosi tra genitori e personale scolastico anche se i suoi riccioli folti ed il suo sorriso magnetico lo hanno rivelato presto come volto amico da cui imparare a vivere. Ha voluto da subito complimentarsi con il Dirigente per la scelta del tema proposto ai ragazzi andando dritto al punto: ha condiviso quanto essere responsabili, quindi essere adulti, significhi «fare promesse e mantenerle». Poi una girandola di racconti e riflessioni su come va il mondo, come giri l’Africa, sull’umanità guasta che nel Continente Nero è più visibile perché «dipinta a forti colori d’olio ma è la stessa che si trova in Occidente, dipinta con lievi colori pastello». Nel mezzo diverse testimonianze video dai luoghi che vive in prima persona e sul progetto Pepea Trust, dallo stesso frate ideato e seguito, che punta a creare un’oasi interculturale, ecumenica e di pace nella quale trovare concrete risposte alle esigenze vitali delle popolazioni kenyote: abitazioni, scuole, laboratori artigianali, cucine e soprattutto acqua potabile.
Un progetto di speranza fatto proprio dal preside Vito Andrea Mariggiò che ha annunciato come l’Istituto Comprensivo di Erchie vivrà nelle prossime settimane una giornata dedicata proprio al Progetto Pepea durante la quale docenti, personale ed alunni saranno invitati a rinunciare ad una merendina o un caffè, per donare 1 euro a questa opera e sentire concretamente la «cultura della responsabilità».
Se fare scuola significa crescere e far crescere in conoscenze ed umanità nel segno di testimoni di vita, a Erchie è stata una giornata di scuola di cui fare tesoro per l’intero anno scolastico.