Torna a Brindisi lo show che riprende le più celebri hit dei Queen, “Queen at the Opera”: appuntamento martedì 26 aprile alle 21 nel Nuovo Teatro Verdi. Uno spettacolo che ha esordito con una tournée internazionale nel 2015 raccogliendo standing ovation e tutto esaurito fino a due anni fa, quando ha dovuto fermarsi all’apice del successo. Attiva in botteghino la promozione 2×1: con un biglietto intero, il secondo ha il prezzo di 1 euro.
Nel 2015 aveva superbamente esordito con una tournée internazionale, raccogliendo consensi e ‘standing ovation’. Dopo due anni di fermo, lo spettacolo rock-sinfonico “Queen at the Opera” torna a Brindisi, al Nuovo Teatro Verdi, martedì 26 aprile alle ore 21, come una fenice che rinasce dalle sue ceneri traendo forza dal rock del gruppo del compianto Freddie Mercury. Un omaggio intenso, raffinato ed elegante con oltre quaranta artisti sul palcoscenico e il pubblico, dalla parte opposta, seduto, che diventa parte integrante dello spettacolo, non solo per quel battito dei piedi all’unisono – come fosse un cuore pulsante – a scandire il tempo della mitica “We will rock you”, bensì per tutte le canzoni cantate insieme, e quel battimani usato per applaudire e come strumento ritmico. Biglietti disponibili sul circuito Ticketone e presso il botteghino del Teatro, aperto dal lunedì al venerdì, ore 11-13 e 16.30-18.30, il giorno dello spettacolo, ore 11-13 e 19.30-21. Solo in botteghino è attiva la promozione “2×1”: con il primo biglietto intero, il secondo ha il costo di 1 euro.
Non il solito tributo: “Queen at the Opera” si distingue perché compie e diffonde l’unione di generi alla base dei capolavori della band britannica, e questo è il motivo per cui continua ad avere il favore degli spettatori, perpetuando di fatto la leggenda. Non sorprende il successo in crescendo che questo visual show siglato DuncanEventi ha raccolto nel corso degli anni, la cui produzione è nata ancor prima del pluripremiato film “Bohemian Rhapsody”. In scena, un repertorio familiare coi brani più rappresentativi (e qualche sorpresa) della band di Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon come “We are the Champions”, “Barcelona”, “Bohemian Rhapsody”, “We will rock you”, “The show must go on”, “Radio ga ga”, “A kind of magic”, “Under pressure” e “Another one bites the dust”. L’asse portante del repertorio nel proprio travolgente splendore pure grazie alla fusione sonora tra musica sinfonica e rock.
Sul palco si avvicendano le voci di un ensemble di vocalist e tra i cantanti si susseguono vere star della musica teatrale come Alessandro Marchi, Luana Fraccalvieri, Giada Sabellico e soprattutto Luca Marconi e Valentina Ferrari (foto), reduci dall’altro musical dedicato ai Queen coprodotto tra Italia e Regno Unito, “WWRY”. Valentina Ferrari, poliedrica artista (è cantante, attrice, vocal coach, art director e cantautrice) che ha lavorato in “Romeo e Giulietta”, “Priscilla la regina del deserto”, “Rapunzel” e “Hair” ed è interprete del progetto sinfonico BBC Planet Heart del National Geographic (con le musiche di George Fenton), accresce la qualità dello show, essendo la storica “Killer Queen” italiana voluta a tutti i costi da Brian May nel 2009. La sua presenza sublima l’eccellenza della performance e dei performer, tra estesi registri lirici delle voci soprano mescolate al graffiante rock e acrobatici arpeggi di chitarra elettrica uniti alla delicata dolcezza degli archi. Luci, effetti visivi e orchestra dal vivo completano la messinscena rock-sinfonica.
Nato da un’idea di Simone Scorcelletti, produttore e direttore artistico, “Queen at the Opera” è interamente basato sulle leggendarie musiche dei Queen, arrangiate dal M° Piero Gallo, con nuovi arrangiamenti e orchestrazioni. La passione di Scorcelletti per i Queen nasce sui banchi di scuola e ci mette dieci anni di prove e di lavoro per diventare “Queen at the Opera” sino al suo debutto, nel 2015. «La parola “Queen” – ha detto Scorcelletti – non poteva mancare nel titolo di questo show. Ma il tocco originale sta nel fatto che tutto è arrangiato in chiave sinfonica, con un’orchestra che non stravolge, piuttosto veste di originalità le canzoni di Freddie Mercury. Lo show affronta i brani con rispetto e riconoscenza. La musica sta cambiando e noi stiamo facendo del nostro meglio per ricordare al mondo che la vera musica è immutabile nelle sue continue trasformazioni, perché fa emozionare sempre. Con questo spettacolo, infatti, spesso si unisce un pubblico di tutte le età, si può condividere un ricordo con nuove esperienze e far conoscere ai giovanissimi la “regale” arte dei Queen, che restano a mio avviso uno straordinario generatore di emozioni. Quando ascolto la loro musica ho una sensazione di commozione e leggerezza e mi auguro che il nostro show possa suscitare altrettanto nel pubblico. Dobbiamo a Freddie Mercury un modo di concepire l’arte del tutto diverso dal passato, il suo approccio alla musica, il suo modo di eseguirla e di rapportarsi al pubblico sono stati assolutamente unici e immortali. E questa eredità dovrebbe essere tramandata».
“Queen at the Opera” ripercorre i brani della celebre band schivando gli stilemi dell’imitazione. «Il progetto nasce dall’entusiasmo e dalla mente visionaria di Scorcelletti – ha spiegato Valentina Ferrari –, con la qualità di fondere musica, talenti e arte, e si distingue perché restituisce una voce nuova alla discografia dei Queen, band che non solo ha fatto una grandissima musica, ma ha anche consegnato al mondo messaggi importanti. Viaggiamo sulle tracce del mito ridisegnando ogni pezzo con una interpretazione personale, senza dare adito a paragoni». Nessun film aveva ancora celebrato la storia di Mercury&Company, né alcun musical aveva girato il mondo su quest’onda mediatica. Finché un giorno un sipario color porpora ha cominciato a spalancarsi sulla leggenda.