Brindisi non avrà una centrale a turbogas di proprietà dell’Enel. Lo ha deciso “Terna” che ha ritenuto inutile un impianto a gas localizzato a Brindisi, così come proposto da Enel.
E’ così che, nel giro di qualche anno, siamo passati da una trasformazione a gas della centrale di Cerano (con due gruppi) ad una riduzione dell’investimento al 50% (uno solo gruppo) per arrivare alla situazione attuale.
A conti fatti, questo significa che nel 2025 – quando si smetterà di produrre energia a carbone – il sito di Cerano chiuderà i battenti, con le conseguenze drammatiche dal punto di vista occupazionale ed imprenditoriale, visto che verrà meno la forza-lavoro interna e tutto il sistema dell’indotto. A chi giova questa decisione di “Terna”? Chi ha realmente interesse a spostare l’asse verso altri settori produttivi in campo energetico?
Certo, adesso si parlerà con maggiore convinzione di fotovoltaico e di eolico (a partire da quello off-shore) ma quelli dovevano essere investimenti aggiuntivi per Brindisi e non certo sostitutivi!
E invece saremo costretti a correre con il cappello in mano dietro la porta di qualche ministro per ottenere le briciole, mentre il resto del paese sta già ingranando la marcia dello sviluppo.