(m.c.) – La premessa è d’obbligo: un parlamentare della Repubblica può interessarsi delle vicende di tutto il Paese ed ha facoltà di fare proposte o di muovere censure. Ci sia consentito, però, di fare alcune valutazioni sull’odierna presa di posizione del deputato di Galatina Diego De Lorenzis (Movimento 5 Stelle) il quale, con una tempestività sorprendente, è intervenuto sull’argomento del raccordo ferroviario che collegherà le dorsali di Taranto e Lecce con l’aeroporto di Brindisi, definendo l’opera strategica. Parliamo di “tempestività” perché l’on. De Lorenzis si è addirittura addentrato nelle vicende politico-amministrative brindisine, facendo riferimento a Carmine Dipietrangelo che in questa vicenda ha un ruolo politico (esponente di primo piano dei Progressisti) ed un altro imprenditoriale (è amministratore dell’azienda vicona Tenute Lu Spada i cui terreni – una piccola parte – verrebbero interessati dagli espropri per realizzare i binari del raccordo).
De Lorenzis, non è un mistero, fa parte della corrente del M5S favorevole alle intese con il PD, mentre Dipietrangelo si trova con il M5S brindisino, con Sinistra Italiana e con i Progressisti in posizione di netto contrasto nei confronti del PD brindisino ed ha rinviato al mittente una apertura al dialogo del segretario cittadino Cannalire dopo aver letto che ci si dovrebbe sedere e discutere del futuro amministrativo di Brindisi dando per scontato che il candidato sindaco è Riccardo Rossi.
Sarà pure una lettura maliziosa, ma De Lorenzis si ricorda dell’esistenza di Brindisi proprio nel momento in cui è necessario creare frizioni all’interno della sinistra alternativa (M5S, Progressisti e Sinistra Italiana), affermando che per i cinque stelle il raccordo è un’opera strategica.
L’impressione, insomma, è che qualcuno abbia armato la penna del deputato di Galatina (se la memoria non ci inganna, in passato si era speso per Brindisi solo per la nomina del brindisino Rosario Almiento alla presidenza delle Ferrovie Appulo-Lucane) per rimescolare le carte nel centro sinistra del capoluogo e soprattutto per “domare” i pentastellati brindisini. Insomma, guerre intestine, che finiscono sempre per incidere negativamente sulla vita dei brindisini.
Ci piacerebbe essere smentiti, ma questo potrebbe accadere solo nel caso in cui – da oggi in poi – il deputato De Lorenzis cominciasse realmente a spendersi per Brindisi, assumendo iniziative per l’inserimento di Brindisi tra i porti “core”, per far rispolbvverare il Contratto Istituzionale di Sviluppo “Brindisi-Lecce”, per far intervenire il Governo sui danni occupazionali che il processo di decarbonizzazione rischia di provocare e per tanto altro ancora.
Se ciò non dovesse accadere, invece, avremmo la conferma della debolezza della politica brindisina (tutta, nessuno escluso), capace di salvarsi la pelle solo facendo intervenire le truppe cammellate. Del resto, non è la prima volta che accade e forse non sarà neanche l’ultima. Ma è proprio così che Brindisi affonda.