La questione dei prezzi delle materie prime continua a rappresentare il problema centrale per diversi settori produttivi e, in particolare, per il mondo delle costruzioni.
E’ emerso in maniera chiara ed inequivocabile anche attraverso i lavori del convegno che Confindustria e ANCE, in collaborazione con Ria Grant Thornton Spa, hanno organizzato a Brindisi, alla presenza di illustri rappresentanti del mondo universitario.
Si corre il rischio concreto, insomma, di un blocco totale, con conseguenze devastanti sul piano economico ed occupazionale.
In particolare, per quanto riguarda le opere pubbliche (a partire dagli interventi infrastrutturali finanzianti con fondi del PNRR), si sta procedendo con le progettazioni basandosi sui prezziari regionali che non sono aggiornati. In Puglia, ad esempio, l’ultimo prezziario è stato varato nel 2019 e quindi prima della pandemia che ha stravolto le regole di mercato.
Ma questo vale adesso anche per gli interventi nel privato, visto che per accedere ai bonus edilizi l’asseverazione sulla congruità dei prezzi viene fatta attraverso l’utilizzo e il rispetto dei prezziari regionali o DEI. Un modus operandi che, dopo il decreto anti frodi dell’11 novembre scorso, va applicato a tutti i bonus edilizi e non più solo al bonus 110%.
Questione altrettanto spinosa è quella della “compensazione prezzi” relativa ai contratti in corso. Con decreto del Ministero delle Infrastrutture del 30 settembre 2021 è stato instituito un fondo da 100 milioni che ben si comprenderà è insufficiente. Aspettavamo un ulteriore decreto sulle modalità di calcolo con allegata tabella, ma siamo ancora in attesa. Quindi per costi sostenuti magari anche nel 2020, ma contabilizzati tra l’1 gennaio ed il 30 giugno 2021, siamo ancora di sapere se e quanto si potrà incassare.
Cosa gravissima è che la Commissione incaricata dal Ministero per la rilevazione prezzi da cui dovranno discernere le compensazioni per le imprese colpite dall’impennata dei prezzi, sia sui cantieri pubblici che su quelli privati, ha utilizzato Camere di commercio e Provveditorati, cioè enti che negli ultimi anni sono stati completamente depotenziati. A questo si aggiunge che sono stati riscontrati dati fortemente discordanti, a differenza dell’Ance che aveva fatto un lavoro certosino coinvolgendo produttori, fornitori e costruttori con verifiche di ordini e fatture.
Vi cito solo tre esempi:
– Lamiere in acciaio Corten + 50,22% MIMS + 90,30% ANCE
– Lamiere in acciaio di qualsiasi spessore lisce, piane striate + 59,37%MIMS + 115,60%ANCE
– Legno per infissi + 21,84% MIMS + 106,20% ANCE.
– Legno per coperture MIMS (non pervenuto) AssoLegno + 180/230%
A questo si aggiunge che il MIMS adotta modalità di calcolo vecchie ed ormai con materiali non più utilizzati.
Insomma, una situazione drammatica per i costruttori, costretti a fare i conti anche con le difficoltà a trovare manodopera qualificata, oltre che con i ritardi nella consegna dei materiali.
Occorre con estrema urgenza, pertanto, intervenire per evitare il collasso delle piccole e medie imprese di settore. E tutto questo attraverso una politica industriale capace di programmare la ripresa, evitando che gli interventi statali servano ad alimentare solo una bolla speculativa.
La soluzione che propone ANCE è quella di trovare un giusto equilibrio, partendo dall’adeguamento immediato dei prezziari regionali e quindi dalla progettazione delle opere del PNRR con i nuovi prezziari. Occorre, inoltre, a nostro parere, rendere strutturali i bonus edilizi per evitare che vengano utilizzati solo grazie alle proroghe (rendendo vana ogni forma di programmazione). Questo consentirà un riequilibrio tra domanda ed offerta e quindi un lavoro più agevole per imprese del settore, commercialisti e revisori (che rischiano di essere altre vittime di questo sistema).
Angelo Contessa (ANCE Brindisi)