La mancanza di chiarezza della normativa in merito all’assistenza veterinaria degli animali randagi rimasti feriti o affetti da patologie anche gravi, rischia di causare omissioni da parte degli enti responsabili e danni economici agli altri enti, associazioni o volontari che se ne fanno carico. Lo denuncia il Movimento 5 Stelle in Regione Puglia che chiede, attraverso una interrogazione regionale indirizzata al presidente della Regione Puglia, che si faccia chiarezza una volta per tutte sia per quanto riguarda le competenze che per quanto riguarda le patologie per le quali è previsto un intervento con fondi pubblici.
“Riteniamo sia doveroso assicurare le cure necessarie agli animali feriti, specificando che una mancata assistenza sanitaria per i randagi può avere gravi conseguenze anche per gli uomini. Spesso – dichiarano i firmatari dell’interrogazione Antonella Laricchia, Gianluca Bozzetti e Marco Galante – pervengono ai Comandi di Polizia Municipale dei comuni pugliesi segnalazioni e richieste di intervento per cure veterinarie ad animali randagi, dai cani ai gatti, talvolta volpi e volatili, feriti o malati. La legge rimanderebbe la competenza ai Comuni i quali, attraverso le ASL, dovrebbero erogare prestazioni mediche ma non entra nello specifico, generando confusione e omissioni di responsabilità. La conseguenza è che nella realtà dei fatti la cura dei randagi, che siano essi malati o feriti o abbandonati, finisce per essere affidata alle mani di instancabili volontari che si trovano ad accudire e a pagare di tasca propria.”
Dalle leggi n. 12/1995 “Interventi per la tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo” e n. 13/1989 “Norme concernenti la materia Veterinaria”, si deduce infatti che l’obbligo dei Comuni è di assicurare, attraverso le ASL, assistenza veterinaria agli animali esclusivamente per quanto riguarda le malattie infettive ed infestive.
“Questo – proseguono i cinquestelle – nonostante all’interno delle ASL non siano previsti ambulatori adibiti a questo servizio. Inoltre nulla viene previsto esplicitamente per quanto riguarda ogni altra patologia anche grave (malattie tumorali, fratture ossee, lesioni ecc.).
Abbiamo dunque interrogato l’assessore alla Sanità, Michele Emiliano, di chiarire, in maniera inequivocabile, le patologie per le quali i Comuni sono obbligati ad assicurare, a proprie spese, le cure sanitarie agli animali d’affezione randagi nonché quali modalità debbano essere osservate. Tale indeterminatezza normativa, infatti, può determinare atteggiamenti omissivi o, al contrario, far sostenere ai singoli enti spese non di competenza, comportando un danno erariale.
Inoltre chiediamo quali siano gli ulteriori eventuali obblighi gravanti sui Comuni a tutela di altri animali malati e/o feriti che non siano specie protette e, in ultimo, quali siano le modalità di assistenza veterinaria previste per i gatti, dal momento che per i cani l’assistenza sanitaria è prevista dai canili sanitari. Certi della sensibilità del Presidente-Assessore – concludono – attendiamo delucidazioni a beneficio di tutta la comunità pugliese”.