MADONNA DEL CARMINE – IL DISCORSO DEL SINDACO DI MESAGNE MATARRELLI

Di seguito, il discorso pronunciato dal sindaco Antonio Matarrelli in occasione dell’antico rito di consegna della chiavi della città alla Madona del Carmine, Patrona di Mesagne

Rivolgo il mio caro saluto

al reverendo Vicario ed Arciprete,

ai reverendi Padri Carmelitani,

ai Parroci e al Clero tutto,

alle Autorità civili e militari.

A voi, concittadini carissimi presenti.

E a tutti coloro che ci seguono da casa, in Italia e nel Mondo, attraverso le dirette streaming con cui abbiamo cercato di consentire al maggior numero possibile di persone di partecipare a questo emozionante momento.

Ci ritroviamo per il secondo anno consecutivo in Chiesa Madre a vivere il solenne momento della consegna delle chiavi alla Vergine del Carmelo. Per onorare quel rito antico eppure ogni anno nuovo. Nuovo per il significato che ogni volta rappresenta, per le speranze e le riflessioni che ci induce ad esprimere. Pur nella bellezza di un luogo così caro ai Mesagnesi, non era qui che avremmo voluto celebrare questa tanta sentita ricorrenza, ma in piazza, nel suo luogo storico e naturale. Non è stato possibile, purtroppo. Non è ancora il tempo.

Ed è per questo che, fiducioso del fatto che l’anno prossimo sarà veramente tutto superato, formulo una promessa, qui ed erga omnes: la prossima festa in onore della Protettrice di Mesagne dovrà essere ricordata nella storia della città non solo perché segnerà la ripresa dei festeggiamenti religiosi e civili, così come la Comunità desidera e attende che possa essere, ma perché saprà compensare la mancanza di ben due date consecutive in cui non abbiamo potuto lasciare che accadesse tutto quello che avremmo voluto. Vale a dire: gioire per la massima condivisione durante la processione, accompagnare la Madonna del Carmine in un percorso costellato di luminarie festose, fatemi dire persino sfarzose.

Ci sono volte in cui veramente la forma è sostanza. E il prossimo anno l’Amministrazione comunale, in collaborazione con il Comitato Feste Patronali, produrrà lo sforzo massimo per garantire nei giorni della Festa di Luglio l’illuminazione più bella che la città abbia mai avuto, per segnare quel ritorno alla Festa che è tanto cara alla nostra tradizione e al nostro sentimento popolare. La festa degli occhi accompagnerà il trasporto per la gioia, la preghiera e l’introspezione alle quali i tre giorni in onore della Vergine del Carmelo rimandano. Tornerà il rumore musicale delle giostre e delle bancarelle, tante e di ogni tipo, il concerto dell’ultima sera per richiamare i residenti e i visitatori abituati a raggiungere Piazza Vittorio Emanuele II.

Restano tanti e di grande valore i sentimenti che accompagnano questo significativo rito. L’emergenza sanitaria ci ha fatto tribolare, ma mai abbiamo perso la fiducia. Soprattutto non abbiamo perso la consapevolezza che bisognasse, tutti insieme, continuare a programmare, progettare, realizzare interventi per migliorare la nostra città. Per renderla ogni giorno più attrattiva, come tutti i settori economici, sociali, culturali insegnano che si possa fare. Anche nel triste mentre di una pandemia come quella che vicini e solidali abbiamo gestito nelle fasi peggiori e per fortuna, insieme, superato.

E’ vero, dunque, che siamo costretti a vivere una festa diversa per il secondo anno consecutivo, ma è anche vero che quest’anno non è uguale ad un anno fa: grazie, quindi, a tutti i volontari che si sono prodigati, e continuano a farlo, per il buon funzionamento e la migliore organizzazione dell’hub vaccinale cittadino prontamente attivato. Per un’attività meritoria che ci consentirà di allontanarsi sempre più dalle insidie di un nemico che da troppo tempo condiziona e costringe la normalità delle nostre esistenze. Grazie a tutto il personale medico e infermieristico, agli operatori socio-sanitari, agli ausiliari del reparto post Covid del nostro presidio ospedaliero, che continuano a spendersi per i ricoverati, garantendo ogni supporto specialistico, di cura e sostegno fisico e psicologico.

Possiamo affermare che il tempo trascorso gestendo le criticità della pandemia non è stato comunque tempo perso: i lunghi mesi del Covid sono stati capitalizzati per completare l’imponente programma di lavori che ha riguardato il Centro Storico, per adeguare l’annoso problema del sistema fognario in molte aree urbane, per continuare ad affrontare con interventi risolutivi il problema degli allagamenti in molte zone cittadine. Non abbiamo trascurato nulla, di certo abbiamo provato a non farlo: ammodernare il volto di Mesagne non ha mai smesso di essere un obiettivo, e continuerà ad esserlo, forti del fatto di poter contare sulla coesione sociale che il popolo mesagnese ha saputo rafforzare nei momenti di più grande difficoltà. Quando sostenere e garantire il necessario alle fasce di popolazione più fragile è stato importante. Importante quanto l’impegno a continuare a promuovere l’immagine che la città di Mesagne ha saputo costruirsi in anni intensi di dignitoso riscatto e instancabile operosità.

E accanto alla convinzione che questa sarà l’ultima estate e l’ultima festa patronale di pandemia, nutro un’altra motivata certezza: questa stagione servirà anche a consacrare la nostra cittadina tra le mete turistiche salentine più apprezzate. Questo grazie alla lungimiranza dei tanti che continuano ad investire con l’apertura di nuove attività, e di quanti si adoperano per promuovere iniziative culturali che incrementano le ragioni per visitare le nostre bellezze paesaggistiche, storiche e monumentali. La fiducia nelle potenzialità che questa terra possiede ci ha convinto non solo della necessità di riaprire il Castello comunale, ma anche dell’opportunità di potenziare i servizi di accoglienza turistica per valorizzare al meglio i tesori di cui disponiamo. E che siamo fieri di mostrare a quanti giungono per apprezzarli.

Come siamo fieri della laboriosità degli imprenditori della nostra Zona Industriale; della tenacia di agricoltori, commercianti, ristoratori che non si arrendono alle difficoltà; delle competenze e della passione delle realtà del Terzo Settore che operano a favore di anziani, disabili, immigrati, minori; del generoso contributo del volontariato sociale, pronto in ogni momento ad arginare gli effetti di vecchie e nuove povertà, con azioni spesso complementari e talvolta compensative del ruolo svolto dalla istituzioni.

Anche durante le fasi più complicate non abbiamo smesso di immaginare dimensioni nuove per conservare e promuovere la bellezza della nostra terra. Ed è anche per questo che abbiamo deciso di mettere al centro dell’impegno amministrativo la cultura. Abbiamo scelto di mettere al centro Mesagne con le sue proposte, con le sue tipicità, con i suoi turisti e con tanta ricca produzione culturale che affonda le radici in un passato millenario. Non c’era nulla da inventare, perché questo è anche l’obiettivo cui tendiamo ogni giorno: dare risposte ad anni complicati e resi più difficili dalla pandemia proprio attraverso la leva della cultura, provando a dare riscontro ad un bisogno sociale emerso con numeri drammatici che si può trasformare in degrado, occasione di radicamento della criminalità organizzata e povertà educativa.

Ed ecco perché non abbiamo esitato a lavorare ad un obiettivo senz’altro ambizioso, ma al quale non volevamo rinunciare: candidare Mesagne per il riconoscimento ministeriale di “Capitale italiana della lettura 2022”. Ottenere per Mesagne un sigillo che renda merito al riscatto di una intera città significherebbe dare il giusto merito al risveglio di una comunità che non si è piegata negli anni più bui della sua storia, ma che anzi ha saputo reagire e rifondarsi anche grazie ad un associazionismo sano e vitale. E non ci siamo fermati. Mesagne ha inviato al ministero competente anche la nota con cui manifesta il proprio interesse a partecipare alla procedura di selezione per diventare “Capitale italiana della Cultura” nel 2024. È bello e importante sentire tutte le ragioni per poterlo fare, forti della volontà di voler continuare a scrivere pagine di una storia diversa, dove ad emergere è una comunità proiettata nel futuro, verso nuove stagioni culturali, che non si sente da meno rispetto ad altre città d’arte.

Comunque andrà va dato atto alla nostra città – per la spinta solidaristica che la caratterizza, per il patrimonio di idee e di proposte culturali e sociali che la contraddistinguono, per il costante lavoro svolto dagli uffici comunali – di essere e di voler essere sempre al passo con i tempi. Consapevole di aver già fatto tanto ma di meritare di più.

Buona festa a tutti noi, che con ottimismo, coraggio e tutto l’impegno possibile confidiamo in un futuro radioso per la nostra meravigliosa Mesagne.

 

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