Dopo oltre un mese dall’appello – in relazione alla necessità di coinvolgimento di imprese e lavoratori locali – lanciato al Sindaco ed a vari rappresentanti Regionali e di altri Enti secondari che insistono sul territorio, si è fatto ben poco. L’emergenza sanitaria ha reso ancora più drammatica la situazione economica ed occupazionale della città di Brindisi, dove molte imprese in silenzio continuano ad alzare la “serranda” e a lavorare con le proprie forze.
Gli interventi-tampone dello Stato e della Regione Puglia, per chi li ha avuti, sono serviti a rispondere solo in parte dall’esigenza primaria di garantire la sopravvivenza di migliaia di famiglie e di rinviare la questione fiscale, ma esiste la piena consapevolezza che questo territorio – come il resto del Paese – ben presto dovrà tornare a marciare con le proprie gambe.
Dalle drammatiche statistiche lanciate dal Sole 24 ore, Italia Oggi e da istituti di ricerca sul lavoro in questi giorni, saranno migliaia e migliaia le imprese che in Italia chiuderanno e la maggior parte è concentrata nel Sud, Puglia e Brindisi comprese.
Tutto questo, pertanto, richiede politiche ben definite ed una precisa volontà di rispettare la ripresa delle imprese locali – con conseguenti ritorni per la manodopera del posto – che contribuiscono a far girare l’economia locale, che pagano le tasse a Brindisi, che ristrutturano o ampliano le loro aziende, comprando – attrezzature, macchinari ecc., investendo sul territorio.
Si tratta, insomma, di aziende che non hanno speso le proprie risorse nel “centro Nord Italia”, a differenza di grandi strutture o insediamenti che hanno beneficiato di agevolazioni (locali, regionali o nazionali) nel passato recente e che, in barba alle convenzioni, ne approfittano per ampliarsi, senza tener conto delle realtà locali e dei sacrifici che hanno fatto per stare sul mercato.
In questo ambito, preoccupa non poco quanto sta accadendo con la grande committenza visto che nell’area industriale di Brindisi continuano ad arrivare imprese collegate con altri territori, a discapito di Brindisi, anche nell’ambito della grande distribuzione commerciale e dei servizi, accade la stessa cosa.
E non sono bei segnali quelli che giungono dalla “distrazione” di Puglia Promozione nel non aver inserito il territorio brindisino nello spot promozionale della Puglia, così come del mancato coinvolgimento delle imprese brindisine nella preparazione della tappa locale del G20, che sicuramente darà lustro per quelle immagini che verranno riportate dai media nazionali.
Bene, le recenti iniziative di Confindustria e dei sindacati con il “Metodo Brindisi”. Così come va citato positivamente l’intervento del Sindaco per frenare l’abbandono di ENAV su Brindisi. Ma è necessario andare oltre!
Pur nel rispetto delle normative vigenti, le imprese locali non vengono in alcun modo tutelate e si procede sempre di più con la semplice logica del massimo ribasso “che gli organi d’informazione in questi giorni hanno evidenziato (sempre imprese di fuori regione o riconducibili ad un unico appaltatore, spesso neanche attrezzati per essere presenti sul nostro territorio).
Il che determina, come è facilmente immaginabile, minori tutele per la manodopera brindisina, condizioni peggiori in tema di sicurezza sul lavoro e la progressiva scomparsa delle imprese locali.
Gli impegni assunti in più occasioni sui “tavoli” promossi dalla Prefettura sono stati puntualmente disattesi e la conferma giunge dalle tante situazioni in cui gli appalti storicamente aggiudicati ad aziende brindisine adesso sono prede prelibate per imprese che arrivano da ogni parte d’Italia.
E il problema non è solo per gli imprenditori. Accade sempre più spesso, infatti, che la forza-lavoro non venga completamente tutelata attraverso lo strumento della clausola sociale, visto che spesso si perdono diritti acquisiti, ore lavorative ed altri vantaggi salariali, con l’applicazione di contratti non riconosciuti dalle sigle sindacali maggiormente rappresentative, non evidenziati nelle procedure di avvisi pubblici.
Oggi come non mai, pertanto, si rende necessario un intervento diretto del Sindaco di Brindisi Riccardo Rossi che, proprio grazie alla sua funzione, potrà ottenere il coinvolgimento dei nostri rappresentanti regionali, per dar vita ad una iniziativa che possa trovare il sostegno di tutte le parti sociali e che permetta di porre con forza il problema del rispetto di imprese e lavoratori locali. Bisogna intervenire adesso, prima che diventi troppo tardi.
Raffaele Iaia – Coordinatore cittadino di Puglia Popolare