Quando le azioni di tutela della salute di alunne, alunni e personale della scuola vengono erroneamente definite “allarmismo”.
Sono abituata a rispettare tutti i punti di vista e, spesso, a sorvolare su tante affermazioni superficiali e non corrispondenti al vero, ma in questa occasione mi vedo costretta ad un chiarimento rispetto a quanto scritto nella nota dell’11 gennaio 2017, pubblicata alle ore 11.34 sulla Official Page Facebook del Comune di Brindisi, che mi fa apparire come una persona allarmista e che diffonde notizie non vere. È esattamente il contrario, e ci sono molte persone e documenti specifici a testimonianza di ciò.
Veniamo ai fatti.
La mattina dell’11 gennaio le aule erano molto fredde in tutti i plessi del nostro Comprensivo, come anche in tante scuole della città. Situazione prevedibile, dato che gli impianti erano stati fermi per una ventina di giorni. Le criticità specifiche dei vari plessi della scuola che dirigo, nell’ordinaria gestione, vengono sempre puntualmente segnalate. Anche nel caso della “S. Lorenzo”, scuola della quale si parla nella nota, avevamo segnalato il malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento, tanto è vero che il giorno 7 gennaio u.s. tecnici incaricati dal Comune sono venuti a scuola per provvedere al controllo e all’avvio dell’impianto. Gli stessi hanno constatato che non potevano risolvere il problema e sono andati via, garantendo che avrebbero lavorato anche di domenica, se necessario, pur di farci trovare il riscaldamento attivo al rientro. Nonostante le rassicurazioni, la mattina alle 8.00 i termosifoni erano freddi, e questo è stato constatato da numerosi genitori, oltre che da personale della scuola e da me personalmente. A conferma che le criticità c’erano ed erano anche note a chi di competenza, sempre nella mattinata dell’11 gennaio, abbiamo trovato nella posta elettronica la risposta ad un mio ulteriore sollecito (che avevo inviato nei giorni di chiusura e con il quale raccomandavo la risoluzione urgente del malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento).
Nella comunicazione ricevuta, ci venivano confermati guasti all’impianto e impossibilità a risolverli in tempi brevi, come abbiamo avuto modo di constatare al rientro. Dunque, criticità non ancora risolta.
È allora ammissibile che la mia cura nel segnalare i problemi, e la mia legittima indignazione nel rilevare che al momento dell’ingresso a scuola gli ambienti fossero gelidi, vengano ritenuti “allarmismo”? È ammissibile leggere che alle ore 10.00 (in realtà erano circa le 11:00) i problemi erano stati risolti, perché si rilevava che nel frattempo qualche termosifone a piano terra si era scaldato, quando alle ore 14.30 tecnici incaricati ancora lavoravano sull’impianto e al primo piano i termosifoni continuavano ad essere malfunzionanti? Ciononostante, l’estensore della nota ritiene che accogliere bambine e bambini (anche di tre anni di età), ragazzi e ragazze, insegnanti e personale ATA in ambienti gelidi non sia da considerare una situazione critica.
Studiare e lavorare in un ambiente con temperature prossime allo zero, con cappotti-cappelli-guanti indosso, non rispetta il diritto a studiare e lavorare in un ambiente salubre. Ed è indubbiamente una situazione critica da risolvere con urgenza, in vista anche di un annunciato nuovo peggioramento delle condizioni metereologiche.
Leggo che nella giornata del 12 gennaio i termosifoni verranno accesi alle ore 5.00 (a riprova che l’11 gennaio alle ore 8.00 erano ancora spenti). Verificheremo lo stato dei fatti, sperando che i nostri bambini possano restare serenamente a scuola. Mi sento intanto di ringraziare tutti quei genitori che, obiettivi e attenti, hanno capito di chi fossero le reali responsabilità, e tutto il personale della scuola che garantisce la sua presenza e collabora instancabilmente per la risoluzione dei problemi.
Nota a margine: la richiesta di infissi adeguati è stata più e più volte dettagliatamente effettuata! Si resta in attesa di adeguata programmazione degli interventi.