Comunicato stampa del consigliere comunale avv. Massimo Ciullo.
Per le zone di Tuturano, Torre Rossa, Sant’Elia (Gianbattista, Palmarini, Schiavoni, Muscia) e Montenegro, l’Amministrazione comunale dovrebbe provvedere immediatamente, con atto formale, a dichiarare – almeno dichiararlo!!! – l’avvio di un procedimento di adozione di variante urbanistica. Il contenuto di tali varianti potrà essere formato e circostanziato in una fase successiva attraverso il dovuto confronto tra politica (maggioranza e opposizione) e ufficio tecnico. Questa è l’unica strada possibile per evitare una bomba sociale.
Se da una parte il Settore Urbanistica e Territorio, invocando il rigore della legge, ha già cominciato ad inviare ai destinatari le ordinanze di demolizione, dall’altra, il buon senso e la complessità della questione, di fronte alla mancanza di concreti o almeno leggibili indirizzi sull’assetto urbanistico di quelle aree all’interno del redigendo PUG – Piano Urbanistico Generale, impone un contemperamento di interessi, ad oggi solo apparentemente contrapposti, ma in realtà ben conciliabili.
Se l’Amministrazione comunale vuole fare tabula rasa delle costruzioni abusive allora sia sincera e lo dica senza prospettare, pubblicamente e nelle commissioni consiliari, la possibilità di un salvataggio in extremis attraverso il PUG o mediante varianti che potrebbero precedere quest’ultimo.
Il PUG, allo stato, essendo uno strumento ad ampio spettro, neppure attraverso una dichiarazione formale di avviato procedimento, sarebbe sufficiente a bloccare le demolizioni. Mentre le varianti specifiche se accompagnate, oggi, di un’attestazione formale del rispettivo avvio procedimentale servirebbero come strumento di possibile salvataggio delle case in quelle zone avverso le ordinanze di demolizione adottate e notificate in queste settimane. I ricorsi al Tar contro le ordinanze di demolizione, dovendo essere presentati entro breve termine, su che cosa potranno fare leva per ottenere la misura cautelare della sospensione dei provvedimenti demolitori, se non sulle adottande varianti a possibile valenza riedificatoria? Così, l’avvio formale e formalizzato di una variante consentirebbe la possibilità di evitare la demolizione. A tal proposito, vale la pena citare una recente sentenza del Tar Lombardia (BS) Sez. II n. 158 del 25 febbraio 2020: “Pur non essendo un immobile suscettibile di sanatoria, a causa della mancanza del requisito della doppia conformità, lo stesso non potrebbe essere destinatario di un ordine di demolizione contraddittoriamente adottato dal Comune nel mentre è in corso il procedimento per l’approvazione di una variante urbanistica alla luce della quale è venuto meno l’interesse pubblico alla demolizione. L’abbattimento trova ostacolo nella possibilità della riedizione del potere in conformità alla disciplina urbanistica sopravvenuta”.
Quindi, la strada per la soluzione del problema esiste ma pare che manchi la volontà politica o più probabilmente la capacità politica di indicare degli indirizzi autorevoli e autoritativi al dirigente all’urbanistica.