Occorrreranno non meno di 8-10 giorni prima di poter usuffruire del nuovo reparto di terapia intensiva in corso di realizzazione all’esterno dell’ospedale Perrino di Brindisi. Il che significa che – bene che vada – la struttura sarà pronta per il 10 aprile e cioè circa un mese dopo l’annuncio che il sindaco Rossi fece dopo aver parlato con il Presidente della Regione Puglia Emiliano.
Impegno confermato, poi, lo scorso 22 marzo, nel “piano covid 19” dell’Asl di Brindisi: “con il supporto della Protezione Civile regionale, è in corso il montaggio di un modulo prefabbricato dedicato al COVID comprendente 14 stanze a 2 letti per un totale di 28 posti letto, che si aggiungono agli attuali 16 del reparto di rianimazione (dei quali 8 già destinati al COVID). Per un totale di 44 posti letto. La struttura sarà operativa in tempi record, per la prossima settimana, dopo gli interventi tecnici necessari per effettuare i collegamenti degli impianti e la dotazione di tutte le attrezzature sanitarie”.
Impegni evidentemente disattesi, visto che i lavori procedono a ritmi lentissimi, come se si trattasse di un cantiere “ordinario” e non di una struttura che dovrebbe contribuire a salvare la vita a tanta gente.
Siamo lontani anni-luce, insomma, rispetto all’efficienza della Cina, ma anche della stessa Milano, dove i nuovi ospedali sono stati completati in tempi-record e con operai al lavoro 24 ore su 24.
