CORONAVIRUS. COME VIVE UN BRINDISINO IN INGHILTERRA SENZA PREVENZIONE
Di Renato RUBINO
L’Italia è un grande Paese, una nazione che nei momenti di difficoltà trova sempre la forza vitale per reagire alle avversità di qualsiasi natura. Che sia essa di origine bellica, terroristica, economica, occupazionale, sanitaria, finanche sportivo. Il popolo italico, fiero del proprio Tricolore, mostra in occasioni di questo tipo unità e spirito di corpo. Ne siamo consapevoli tutti e se ne stanno rendendo sempre più conto quei nostri connazionali che per motivi di lavoro o di studio vivono in altre parti del Mondo. E il messaggio che questi italiani vogliono diffondere nell’etere infinito, diretto in particolare agli stessi italiani che vivono in Italia, é davvero emozionante e coinvolgente, in riferimento, in particolare, alla grave emergenza sanitaria indotta dal CoVid 19 o coronavirus che dir si voglia. Il grido ci arriva da un nostro lettore, brindisino doc, che vive in Inghilterra
Qual è il messaggio che vuole dare a tutti noi?
“Siate fieri del nostro Paese perché, al di là della politica, in Italia, in questo delicato periodo storico, ci sono tantissime e variegate regole civili e di comportamento da rispettare, ci sono controlli per farle rispettare, c’è mobilitazione generale e c’è consapevolezza, a qualsiasi latitudine dello Stivale, della gravità del momento. Per tutti”.
A poche migliaia di chilometri dai confini italiani, infatti, non si vive allo stesso modo. In Inghilterra, ad esempio, tutto è ovattato, si tarda ad assumere decisioni vitali per la popolazione, non ci sono controlli e tutto è ancora lasciato alla libera interpretazione. Nessun divieto, ma solo inviti. E gli italiani che vivono lì sono giustamente preoccupati, sapendo che nel loro Paese l’origine, la gente, sotto certi aspetti. è più consapevole e tutelata. E li vive il nostro lettore
Ci può fare un esempio di questa confusione imperante?
“Non c’è la regola generale di rispettare un metro tra una persona e l’altra, non ci sono regole. Tutto lasciato al caso. Ieri un annuncio pieno di contraddizioni. Gli over 70 possono andare in crociera, ma non in aereo. Ma che senso ha tutto questo. Eppure, nello stesso regno unito, le cose vanno diversamente. In Scozia, Galles o Irlanda i vari governi hanno assunto decisioni importanti e drastiche per rallentare il contagio da coronavirus. Qui, dove io vivo, in Inghilterra, sono i miei amici, i miei colleghi di lavori, i miei coinquilini di casa, anche locali, che chiedono a me il decalogo dei comportamenti più idonei da assumere in questa fase”.
Si vede gente in giro con le mascherine o altri dispositivi di sicurezza?
“Finora tutto è lasciato alle iniziative personali. Ma spero che anche qui la situazione cambi, come si sta facendo in Italia. La maggioranza dei cittadini non mette mascherine o altri dispositivi di sicurezza. Io lavoro come consulente finanziario e frequento anche l’Università. Ma si vive alla giornata. Non si sa se le varie Università o le scuole sono aperte o chiuse. Non c’è un’ordinanza. Si lascia decidere agli operatori. Il Governo non sta dicendo nulla, presi come sono dalle varie preoccupazioni economiche della Brexit, e questo mi preoccupa. Io chiamo i miei familiari a Brindisi e prendo da loro le iniziative migliori per salvaguardare me e chi mi sta vicino”.
E a livello sanitario, c’è qualche indicazione minima da seguire?
“No, assolutamente no. Se hai febbre nessuno dice facciamo i tamponi o altro. Se vai in Farmacia ti aiutano poco. L’altro giorno, davanti a me, in farmacia, c’era un anziano che aveva chiesto degli spray per l’asma o per l’allergia. Ne aveva necessità, come da prescrizione, di più di uno, ma gli è stato risposto, anche un po’ sgarbatamente, dicendo faccia quello che vuole, che ne poteva avere solo uno perché i farmaci stavano scarseggiando. Figuriamoci le mascherine. Sono pochissime e nessuno dà l’input per produrne di più”
Insomma, è vero. Qualcuno è scontento di stare recluso tra le quattro mura di casa, qualcun altro lo è per non poter fare bisboccia con gli amici, altri ancora per non andare a vedere le partite di calcio o, a Brindisi, di basket. Ma, l’Italia è un grande Paese e nulla ha da invidiare al resto d’Europa o del Mondo. E quando finirà questa emergenza lo dovranno riconoscere tutti.
Intanto, al nostro amico-lettore diciamo di continuare a vivere come fosse in Italia, come fosse a Brindisi, seguendo i consigli a distanza dei genitori e, più in generale, delle strutture sanitarie. E che faccia passa parola. Tutti insieme si vincerà questa battaglia. “In conclusione – dice ancora il lettore di Brindisitime – nel mio piccolo sto dando un minimo contributo. Informo infatti i miei colleghi inglesi, ogni giorno, sulle modalità di prevenzione adottate in Italia, si come provare a rallentare la diffusione. Loro sono pronti ad attuarle e hanno proprio voglia di allontanare il rischio contagio”. Speriamo che anche le autorità olte Manica vadano nella stessa direzione.
N.B. Le generalità del nostro lettore le abbiamo in redazione