COMUNICATO STAMPA FIOM CGIL BRINDISI
Cresce la tensione e l’ansia tra i lavoratori metalmeccanici di Brindisi. Nelle fabbriche gli spogliatoi i bagni e le docce sono insufficienti a contrastare efficacemente la diffusione del contagio dal coronavirus. Le drastiche giuste misure adottate dal governo di rimanere chiusi in casa escludono per il momento i lavoratori delle aziende metalmeccaniche semplici produttori di merci non vitali o essenziali, che continuano a recarsi regolarmente a lavoro senza avere a volte neppure i più elementari dispositivi individuali di sicurezza come guanti e mascherine su macchine e lavorazioni collettive. Questo succede in particolar modo nelle piccole aziende senza la presenza sindacale delle RSU/RLS. Se si vuole fermare la diffusione del virus, bisogna fermare le fabbriche fino al 3 aprile e mettere i lavoratori in cassa integrazione anticipata dalle stesse aziende. Altrimenti alla fine di questa tragedia saranno come al solito in generale i lavoratori a pagare il prezzo più alto ed in particolare i metalmeccanici con le loro famiglie. Bisogna fare esattamente quello che hanno fatto nella REPUBBLICA POPOLARE CINESE. Fermare tutto e rimanere chiusi in casa fino alla cessazione dello stato di emergenza. A tale proposito la FIOM CGIL Brindisi onde evitare la diffusione del contagio ed in ottemperanza del dispositivo ministeriale ha deciso di rinviare ogni assemblea nelle fabbriche alla data di cessazione dello stato di emergenza. POSSIAMO FARCELA
DOBBIAMO FARCELA.
Angelo LEO
Segretario generale
FIOM CGIL Brindisi