Mentre le istituzioni locali si interrogano sulle soluzioni, davvero poche e scarne, da mettere sul tavolo per dare qualche speranza ai 120 lavoratori della Santa Teresa, da questa mattina in stato di agitazione presso l’Ente Provincia, gli stessi lavoratori, supportati da alcune sigle sindacali, non da tutte, si sono organizzati per presidiare la Provincia anche di notte, con turni di 6 ore per gruppo. Si andrà avanti così ad oltranza finché qualcuno non dirà di aver trovato la soluzione, stracciando le lettere di licenziamento già in mano ai lavoratori. Donne, padri di famiglia, giovani e meno giovani, tutti uniti per evitare un disastro. Le forze dell’ordine vigilano affinché non ci siano problemi dal punto di vsita dell’ordine pubblico, ma di certo il disagio è stato creato. E non è possibile che poliziotti, carabinieri e vigili del fuoco siano distolti dal loro lavoro quotidiano (rapine, omicidi, scippi, incidenti) per questioni che la politica non riesce risolvere. Di tutto questo è stato informato il Prefetto, dott. Annunziato Vardé, il quale è in stretto contatto con il presidente della Provincia Maurizio Bruno. Lo steso Bruno ha inviato una lettera circostanziata al nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, informandolo di quanto accaduto oggi, con l’occupazione dell’edificio da parte di tutti i lavoratori. Sulla proposta, invece, di cedere gratuitamente alla Regione Puglia la Cittadella della Ricerca in cambio dell’impegno ad occuparsi per tre anni della Santa Teresa, non c’è unanimità di consenso. Quella struttura, se fatta funzionare a dovere, consentirebbe di ampliare il giro di orizzonte, creando tante opportunità di lavoro, anche per la Santa Teresa. Per domani, intanto, è prevista un’altra giornata di lotta con al proclamazione di uno sciopero generale di tutti i lavoratori della Santa Teresa, pronti a perdere altri soldi sula busta paga per far valere il diritto al lavoro.