Non aveva capito che la donna stava avendo un infarto, e non ha disposto l’immediato ricovero come prescritto nel protocollo Asl 118 nei casi di dolore toracico sospetto. Per questo motivo Filomena Attolico, della guardia medica di Brindisi, è stata condannata, ieri, a un anno e 8 mesi, pena sospesa, e a risarcire i familiari, in solido con l’Asl Br/1, che si sono costituiti parte civile. Era il 7 luglio del 2012, quando Giuseppina Quarta, ha iniziato ad avvertire forti dolori alle braccia. Decide di chiamare la guardia medica nel suo domicilio di San Sondaci. La dottoressa intervenuta con “condotta imperita, negligente e imprudente”, come si legge nella sentenza ha “erroneamente diagnosticato, pur a fronte di un processo infartuale in corso, una semplice brachialgia bilaterale degli altri superiori dovuta all’esposizione alla basse temperature del condizionatore”. Insomma, per il medico era solo una freddura dovuta all’aria condizionata. La donna è morta poco dopo. Il giudice monocratico, il dottor Giuseppe Biondi, su richiesta del Pm, dottor Antonio Costantini, ha accolto le istanze dei parenti della vittima, difesi dai legali Orazio Vesco, Antonio Travisi e Daniele Ancora, ha appurato che il medico ha violato violato non disponendo l’immediato ricovero presso la struttura ospedaliera dove sarebbe stata sottoposta ai trattamenti del caso. Ora dovrà risarcire il compagno per 30mila euro, la mamma, il figlio che viveva ancora con lei e la sorella per 25mila euro ciascuno e il figlio già indipendente in 15mila euro, e l’ex marito per 5mila euro, nonché a sostenere le spese processuali.