L’ultima “perla” dell’impresa che sta eseguendo i lavori per conto di Open Fiber in piazza Santa Teresa/via De Leo l’abbiamo osservata in tarda mattinata. Dopo la decisione dell’Amministrazione Comunale di bloccare i lavori (a seguito della denuncia di Brindisitime), l’impresa ha pensato bene di numerare le chianche (o ciò che resta di questo bene storico di Brindisi). L’ennesima prova di approssimazione, visto che la numerazione delle chianche va faqtta prima di avviare i lavori e quindi prima di averle rimosse. Del resto, non ci sono dubbi che la questione sia andata proprio in questi termini, visto che siamo in grado di proporvi le foto delle chianche danneggiate, rimosse, ma non ancora numerate.
Nel frattempo, Open Fiber ha emesso una nuova nota a seguito della sospensione dei lavori imposta dall’Amministrazione Comunale:
Brindisi, 27 agosto 2019 – Open Fiber prende atto con sorpresa della sospensione dei lavori in atto nell’area di piazza Santa Teresa, decisione assunta dall’Ufficio tecnico comunale. Il cantiere in questione – regolarmente autorizzato dall’amministrazione comunale e dalla Soprintendenza – è tra l’altro costantemente presidiato da un archeologo ai fini di una corretta esecuzione dell’intervento. La ditta incaricata da Open Fiber sta infatti seguendo alla lettera le prescrizioni imposte: nell’atto autorizzativo della Soprintendenza si evidenzia che “gli elementi di pietra dovranno essere accuratamente rimossi, catalogati e temporaneamente conservati per essere ricollocati in opera secondo la tessitura e gli ingombri originali”, esattamente come stava avvenendo fino a ieri. I tecnici della Soprintendenza, riconoscendo l’estrema delicatezza dell’operazione, mettono comunque in conto eventuali danneggiamenti. In quest’ultimo caso a Open Fiber viene imposta la sostituzione delle chianche “con pezzi analoghi per materiale, forma, dimensione e lavorazione superficiale”.
Il tratto di chianche sottoposte alle lavorazioni necessarie alla posa dei cavi in fibra ottica – per completezza d’informazione – è stato già oggetto di precedenti interventi e proprio per questo motivo inserito in progettazione. È la Soprintendenza stessa a sottolineare che “nell’area direttamente interessata dai lavori non insistono vincoli inerenti beni archeologici”, al netto tuttavia dei “numerosi rinvenimenti archeologici noti” e quindi della “significativa potenzialità archeologica del sottosuolo nell’area urbana di Brindisi”.
È importante infine evidenziare che, ai fini della tutela del patrimonio artistico-culturale della città e così come condiviso con l’amministrazione comunale, oltre l’80% delle lavorazioni eseguite da Open Fiber nel centro storico di Brindisi prevedono il riutilizzo di infrastrutture esistenti, limitando dunque al massimo gli scavi. Nella giornata di domani 28 agosto è stato concordato con la Soprintendenza un sopralluogo sul cantiere per le opportune valutazioni tecniche. Open Fiber si riserva ulteriori iniziative a tutela della propria immagine.