Nonostante sia di sua competenza, il Comune di Brindisi non sta ancora provvedendo alla regolarizzazione dei rapporti di locazione con riferimento agli alloggi di proprietà dell’Arca Nord Salento (ex Iacp). Speravo di sbagliare, invece dagli uffici dell’ex Iacp sono partite note notificate via pec dall’Amministrazione comunale di Brindisi. Diffide alle quali non risulta ci sia stato alcun fattivo riscontro da parte dell’Ente, stando a quanto è stato accertato dai dirigenti dell’istituto.
Per quale motivo? Nella giornata di ieri, pertanto, ho chiesto spiegazioni via Pec agli uffici comunali competenti, nella speranza di avere risposte a stretto giro, nell’interesse delle famiglie (non poche, in verità) alle quali nelle ultime settimane sono state recapitate diffide e conseguente messa in mora, per il pagamento di indennizzi risarcitori maturati sino alla fine dell’anno 2018, entro il termine di 30 giorni.
Si tratta di importi elevanti perché determinati unicamente sulla base di parametri oggettivi, così come definiti dal legislatore regionale. Infatti, in mancanza di una pronuncia del Comune in merito all’accoglimento delle istanze, mancano quelli di natura soggettiva che si riferiscono ai singoli nuclei familiari e che, di fatto, prendono in considerazione le reali condizioni economiche dei richiedenti e che abbatterebbero non di poco le somme ad oggi conteggiate da Arca Nord Salento. Somme che non sono sicuramente affrontabili dalle famiglie occupanti gli immobili.
L’argomento riveste particolare importanza, poiché ci sono molte famiglie che intendono regolarizzare la propria posizione attraverso la sanatoria, prevista dalle disposizioni di legge in materia (e, correttezza vuole che vada detto che, questo, è stato già evidenziato dal consigliere Umberto Ribezzi).
Stando alla normativa (Legge 10/2014) è rimessa al Comune, in questo caso a quello di Brindisi, la competenza per gli iter di regolarizzazione. Ma, a quanto sembra, la macchina amministrativa si è inceppata, con la conseguenza che moltissime famiglie, che pur vorrebbero sanare le proprie posizioni ed hanno diritto a farlo, continuano a ricevere diffide perché, ad oggi, in assenza di regolarizzazione, risultano detentori senza titolo.