In un recente incontro con le Segreterie Nazionali di categoria, ENEL ha annunciato l’intendimento di superare il Laboratorio Chimico-Ambientale dell’ex Centro Ricerca di Brindisi, trasferito nella Centrale di Cerano nel 2016 e per il quale sono stati effettuati investimenti e lavori per alcuni milioni di euro per la nuova collocazione logistica.
A distanza di meno di tre anni ENEL, utilizzando come scusante l’uscita dal carbone, invece di presentare progetti di sviluppo, decide di penalizzare ancora una volta il nostro territorio, si perde occupazione qualificata, si esternalizzano fuori regione le attività, a Brindisi restano sedi vuote e abbandonate.
Il Laboratorio di Brindisi è l’unico del Sud, sarebbe, quindi, non solo una ulteriore perdita in campo ambientale per Brindisi ma per l’intero territorio meridionale, che si aggiungerebbe alla cancellazione del Centro Ricerca, all’epoca giustificata come un semplice trasferimento di sede per sole ragioni di risparmio.
La difficile e complessa fase del phase-out dal carbone, per la quale sono già in corso incontri a livello ministeriale, con la partecipazione delle Istituzioni (Regioni e Comuni interessati, Aziende elettriche e Associazioni ambientaliste) deve rappresentare un’opportunità, per rivendicare ai vari livelli, anche istituzionali, un nuovo futuro industriale integrato e innovativo, come sta già avvenendo in altri territori.
Il Gruppo ENEL, a giudizio della FILCTEM CGIL, deve affiancare alle annunciate trasformazioni a gas degli impianti a carbone, ulteriori investimenti con la creazione di nuovi Poli di eccellenza, su energie rinnovabili, l’accumulo e sulle tematiche ambientali (bonifiche, monitoraggi e riconversione dei siti produttivi, in particolare nei Siti di Interesse Nazionale quale quello di Brindisi).
Si potrebbe così valorizzazione e sviluppare l’occupazione con nuove competenze ambientali dei Laboratori e delle professionalità esistenti e per una giusta ricollocazione del personale della centrale ENEL a carbone di Cerano.
Nel sito di Brindisi si può, quindi, rivendicare l’insediamento di una sede strutturata di rilevanza nazionale di ENEL Green Power, realtà in forte espansione per attività di realizzazione, gestione e controllo dei nuovi impianti di energie rinnovabili.
Occorre l’impegno di tutti i soggetti istituzionali, politici e sindacali, ai vari livelli, per la difesa dei livelli occupazionali diretti e dell’indotto del settore elettrico, per evitare che il nostro territorio subisca ulteriori scelte penalizzanti e che si trovi già fortemente depauperato nell’affrontare l’imminente e progressiva fase di decarbonizzazione.
Segreteria FILCTEM CGIL Brindisi