“La strada: memorie d’infanzia.
Quel vecchio camion rosso, una mattina di settembre, mi ha cambiato la vita e a lui, la sua, l’ha tolta. Mi ha dato il buio e poi, chissà perché, solo a me ha riacceso la luce.
Capita spesso di dover riavvolgere il nastro della propria esistenza e di incrociare lungo la propria via uomini e donne di sofferenza, votati senza scelta al dolore.
Quei capelli biondi che in un lampo il destino ti ha trasformato in rosso e che non ho più visto, sostituiti nella mia mente da altri capelli biondi.
Io, diciottenne, che ho chiesto alla mia breve coscienza il perché di tanto strazio e ho trovato magra risposta solo nei dettagli, oggi, uomo diverso, non ho risposte ma solo amare certezze: il destino bussa, maldestro, improvviso e senza perché, alle stesse porte.
Trenta anni dopo, che dire, la storia ha ribussato alla porta di quei capelli biondi e, ingiudicabile, ha ripreteso, dalle stesse sofferenze, un nuovo tributo.
E quegli altri capelli biondi che, orgogliosa, tenevi per mano e che sono qui un flebile ricordo, una nuova strada, ancora, ti ha strappato via.
E io, pavido e incapace, questa volta no, basta, non potevo farcela, tanto nessuna parola sarebbe stata saggia.
Mi basta solo il ricordo di quei capelli biondi che non ho più visto e che, ne sono certo, saranno in compagnia di quegli altri capelli biondi.
Così, ad Osanna, io e Danilo alle 5 del mattino”.
Orazio Vesco