“Il modello di governance dei rifiuti, definito da Emiliano nel 2016, si è rivelato totalmente fallimentare. A pochi mesi dalla fine della legislatura, Emiliano, l’Assessorato all’ambiente e l’AGER non sono stati in grado di presentare un Piano capace di assicurare efficienza, sostenibilità ed economicità nella gestione dei rifiuti. Emiliano nel suo piano ha messo al centro l’interesse lobbistico della gestione dei rifiuti, con impianti altamente speculativi, di grosse dimensioni e votati alla produzione di energia. Tutto per non scontentare i privati”, così i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Gianluca Bozzetti, Cristian Casili, Grazia Di Bari, Antonella Laricchia e Antonio Trevisi nella conferenza stampa che si è tenuta questa mattina nella sede del Consiglio Regionale per fare il punto sulle criticità del piano rifiuti adottato dalla Giunta.
“Il Piano – sottolineano i consiglieri – pur recependo i principi dell’economia circolare, appare fortemente inadatto a conseguire elevati obiettivi di raccolta differenziata e a chiudere il ciclo dei rifiuti. Infatti, a ridosso della stagione estiva siamo nuovamente in emergenza e dopo anni di gestione dei rifiuti governata a suon di ordinanze siamo ancora costretti a gestire il ciclo nella più totale mancanza di programmazione.”
I consiglieri hanno sottolineato le criticità del piano rifiuti adottato dalla Giunta Emiliano, a partire dal poco ambizioso obiettivo del 65% di raccolta differenziata entro il 2020, che si sarebbe dovuto raggiungere già nel 2012, ma che a causa di chi ha amministrato la Regione negli ultimi anni, purtroppo appare drammaticamente realistico, con la conseguenza di condannare i cittadini ai continui aumenti dell’ecotassa. Inoltre, il piano disattende la gerarchia dei rifiuti, come dimostra la proposta di nuovi impianti per la produzione di CSS e il contestuale impiego a fini energetici, senza minimamente puntare sul recupero di materia.
“Sottolineiamo la scarsa importanza che il piano assegna alle azioni finalizzate alla riduzione della produzione dei rifiuti che non vengono adeguatamente sostenute da strutturali azioni volte a garantire la piena operatività del programma regionale di prevenzione dei rifiuti. Eppure – hanno incalzato i consiglieri – la nostra proposta Rifiuti Zero, contenente misure concrete per prevenire la produzione di rifiuti, depositata nel 2016, e che avrebbe trasformato il rifiuto in risorsa, è stata bocciata dalla Commissione Ambiente, in quanto il Governo l’ha ritenuta superflua rispetto al Piano. Una spiegazione inaccettabile dal momento che la politica dovrebbe decidere le linee guida del piano, non il contrario. Il fallimento è sotto gli occhi di tutti: Tari aumentata, emergenza costante e campagne piene di rifiuti”.
Nel dettaglio le proposte del Movimento 5 Stelle si sviluppano sui seguenti punti.
“Mentre il modello di governance proposto dalla Giunta è basato su una eccessiva centralizzazione delle decisioni e su una gestione impiantistica, in capo all’AGER, incapace di assicurare il principio di prossimità; il modello da noi proposto, invece, è decentrato al fine di favorire la chiusura del ciclo in ambito provinciale assicurando l’autosufficienza della gestione, per aumentare le possibilità di controllo sociale da parte dei cittadini e ridurre i costi di gestione. Nel modello ARO, in alcuni casi, singoli comuni si son trovati a pagare costi maggiori all’interno dell’affidamento unitario del servizio rispetto a quelli che avrebbero pagato se avessero potuto affidare da soli il servizio. I Comuni, nel nostro modello, diventano esempi virtuosi e di educazione: le ecofeste da noi proposte, ad esempio, diventano occasioni di sensibilizzazione ambientale. In riferimento alla gestione della frazione umida, – continuano i consiglieri – mentre il piano intende coprire il fabbisogno impiantistico con grandi impianti anaerobici fortemente impattanti e che non producono compost di qualità, noi proponiamo la realizzazione di piccoli impianti aerobici diffusi sul territorio per coprire le aree attualmente non servite sulla base del principio di prossimità e tenendo anche conto di fattori come la densità abitativa e i flussi turistici. Per quanto riguarda la gestione del rifiuto indifferenziato intendiamo rispettare la gerarchia dei rifiuti – spiegano i pentastellati – considerando il recupero di materia come sovraordinato rispetto al recupero energetico, contrariamente al piano regionale. Per le frazioni differenziate intendiamo garantire la realizzazione di tutta la filiera del riciclo, che attualmente si ferma solo alla fase della selezione, e garantire la tracciabilità del rifiuto da recuperare. Infine, puntiamo a definire una exit strategy dai privati in merito alle discariche, e per tutte le scelte impiantistiche riteniamo indispensabile – concludono – una programmazione definita e certa, per evitare il ripetersi di situazioni emergenziali, e che utilizzi il fattore di pressione come da noi proposto in una mozione, depositata da anni e purtroppo mai discussa”.