Pochi giorni fa, precisamente il 12 maggio 2019, Cosimo Aldo Cannone, imprenditore brindisino di 35 anni vicepresidente delle Imprese Cannone ed ex pilota professionista due volte campione del Mondo di motonautica, dopo la suggestiva Veglia d’Armi avvenuta la settimana precedente, ha ricevuto all’interno della Cattedrale di Bari, la Solenne Investitura a Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, uno dei più importanti ed antichi Ordini Cavallereschi al mondo e, ad oggi, l’unico che può definirsi militante della Santa Sede. La cerimonia è stata presieduta da sua Eccellenza Reverendissima Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo Metropolita di Bari-Bitonto e Gran Priore della Luogotenenza “Italia Meridionale Adriatica”. Ha presenziato sua Eccellenza Cavaliere di Collare Ambasciatore Conte Leonardo Visconti di Modrone e il Cancelliere del Patriarcato Latino in Terra Santa, padre Ibrahim George Shomali.
L’Ordine del Santo Sepolcro è un Ordine Cavalleresco cattolico di subcollazione pontificia, avente personalità giuridica canonica e civile, con sede nello Stato del Vaticano e alla cui testa vi è un Cardinale a cui il Papa affida personalmente il ruolo di Gran Maestro. Oltre alla millenaria storia che la suddetta istituzione vanta, tale Sodalizio può essere definito come la sola istituzione laicale della Santa Sede incaricata di sopperire alle necessità del Patriarcato Latino di Gerusalemme e dei cristiani in Terra Santa. L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme si dice sia stato fondato nel 1099, subito dopo la liberazione di Gerusalemme e la formazione del Regno Latino.
La leggenda storica vuole che Goffredo di Buglione abbia affidato ad alcuni valorosi uomini, costituitisi nella “Militia Sancti Sepulcri”, l’onore della custodia e difesa armata del luogo di sepoltura di Gesù Cristo, con dovere di obbedienza al Patriarca di Gerusalemme. Da quanto riportano alcuni studiosi, quel primo nucleo sarebbe stato costituito da cinquanta tra i più nobili condottieri crociati ed il Torquato Tasso così li declamò nella sua Gerusalemme Liberata: “Son cinquanta guerrier che ‘n puro argento. Spiegan la trionfal purpurea Croce” ( canto IX, ottava 92 ).
I Cavalieri del Santo Sepolcro, per distinguersi dagli altri crociati, assunsero l’emblema della croce potenziata di colore rosso purpureo, formata da una croce grande centrale contornata da altre quattro croci più piccole, simboleggiante le cinque piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo. Nei secoli l’Ordine del Santo Sepolcro, al grido di “Deus lo vult” (“Dio lo vuole”), ha goduto di moltissimi onori, tra i quali il privilegio reale di battere moneta con il proprio stemma. Nel 1431, Alfonso I, Re di Aragona e Navarra affidò addirittura un terzo del regno di Spagna all’Ordine, che ne assunse la sovranità.
I suoi membri avevano il diritto di concedere la grazia ai condannati ed erano esonerati dal pagamento di ogni tassa e tributo sia al Re, che alla Chiesa (prerogativa solitamente riservata alle famiglie regnanti e ai grandi feudatari).
Secondo un’antica disposizione ad ogni Cavaliere, veniva conferita la nobiltà personale mediante il titolo, concesso dal Santo Padre, di “Conte Palatino” o “Conte del Sacro Palazzo Lateranense”(carica superiore a quella di Conte o Marchese conferite dai Principi di Stati minori), oltre ad aver diritto nelle cerimonie alla precedenza di passo su ogni altro Ordine religioso-cavalleresco nei palazzi apostolici. Re, Principi e personalità di spicco si ritenevano onorati di appartenere all’Ordine: l’Imperatore Federico II di Svevia, in Francia Luigi VII, Luigi IX, in Inghilterra Enrico II plantageneto ed Enrico VIII, in Spagna Filippo II ed il figlio Don Carlos, in Italia re Umberto II di Savoia, il grande ammiraglio genovese Andrea Doria e i Borbone di Napoli e Spagna.
Cosimo Aldo Cannone era già stato insignito nel 2007 della Medaglia d’Oro al Valore atletico della Repubblica Italiana per aver vinto due volte il campionato del mondo di offshore.