“Ero stato colpito al braccio da una scheggia, una pallottola nella mandibola ed una sciabolata aveva affettato parte del mio scalpo. Ero mezzo sepolto tra i cadaveri di molti dei miei amici quando sentii qualcosa di umido toccare la mia fronte. Un cane sanitario mi stava leccando il viso. Nonostante le mie gravi ferite riuscii a tirarmi su un poco. Sapevo che i cani sanitari erano addestrati a riportare gli elmetti dei soldati feriti al campo ma io avevo perso il mio. Il cane esitava e io dissi ”vai, ragazzo, vai a cercare aiuto”. Egli capì e ripartì verso il campo. Fu così insistente nell’abbaiare e nel tirare i loro cappotti che attirò l’attenzione di due barellieri. Essi lo seguirono mentre li conduceva da me e mi salvò la vita (racconto di un soldato di Mans ferito il 2 novembre 1915)”.
Da quel lontano 1915 sono passati oltre cento anni e ieri, 28 aprile 2019, in ogni parte del mondo, l’uomo ha reso omaggio all’amico, al volontario a quattro zampe, protagonista principale di molte operazione di ricerca e soccorso. Le origini del sodalizio tra uomo e cane risalgono a circa 10.000 anni fa, quando l’uomo che era solito versare i propri scarti alimentari in zone limitrofe al luogo in cui viveva, richiamò l’antenato del cane che, attirato dal facile e comodo reperimento di cibo, si avvicinò, a piccoli passi a quell’essere col quale si sarebbe legato per tutta la vita. Entrambi ebbero i propri vantaggi : il cibo senza fatica e il limitare delle malattie con l’assenza degli scarti. Da qui nacque nell’uomo la consapevolezza che da quell’essere a quattro zampe poteva trarne benefici. Un legame, quindi, che col passare del tempo si è perfezionato e consolidato a tal punto che in numerose squadre di soccorritori sparse nel mondo troviamo un volontario speciale: il cane. Nascono così le unità cinofile da soccorso in Italia e nel Mondo, numerose e altamente specializzate con indosso una divisa da pompiere, da carabiniere, da soldato, da finanziere, da volontario di Protezione Civile, addestrati per riportare a casa ogni vita possibile a volte a scapito della loro.
Grazie al suo potente olfatto, il cane opera con infallibile operosità e instancabile motivazione, sulla neve, sopra le macerie, nei boschi, in montagna, compiendo soccorsi difficili e a volte impossibili spinto dall’amore incondizionato, inesauribile per l’uomo, accompagnandolo nel suo ideale.
Senza distinzione di confini e di razze li ricordiamo come eroi : Camilla, Border Colli appartenente al nucleo cinofili dei vigili del fuoco della Liguria, intervenuta anche durante il terremoto di Amatrice e gravemente ferita durante una ricerca di una persona scomparsa a Bergeggi. Nonostante la sua gravissima ferita, Camilla ha continuato fino alla sua fine il lavoro di ricerca. Nella tragedia dell’11 settembre, oltre alle numerose vittime umane, alcuni cani da soccorso come Servus Pastore Belga Malinois, Sunny Boy Doberman Pinscher, Brutus Pastore Tedesco, intervenuti per ritrovare i superstiti sotto le macerie sono venuti a mancare a causa degli sforzi eccessivi e dei problemi respiratori sopraggiunti a causa delle inalazioni di polveri durante quei tragici momenti. Anche nel nostro territorio ricordiamo per esempio come nel terremoto del 2016 a Norcia, durante la bonifica di alcuni stabili crollati, da parte del nucleo cinofili dei vigili del fuoco di Lecce, due cani pompieri Tito e Nec segnalano la presenza di qualcosa sotto le macerie. Si scava e estraggono vivo un cane nero in buone condizioni.Abbiamo i cani da soccorso del volontariato al servizio della Protezione Civile Italiana: Associazioni di Volontariato, Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, Croce Rossa Italiana, etc. Cani non professionisti ma professionali, affidabili, preparati come Klaus Labrador chocolate appartenente al Gruppo Cinofilo da Soccorso “Le orme di Askan – Puglia” impegnato sul territorio in diverse ricerche molte delle quali a lieto fine.
Ieri è stato importante narrare delle loro gesta che l’uomo considera eroiche ma per loro sono solo un gioco divertente e proprio quei momenti ludici, nel tempo hanno permesso di salvare molte vite, di ritrovare persone disperse e riportarle agli affetti più cari, con operazioni di soccorso fatte con un legame che unisce uomo e cane fin nel profondo dell’anima fianco a fianco, occhi negli occhi.
È di poche settimane fa l’inaugurazione a Ghedi in provincia di Brescia, del monumento dedicato al cane da soccorso, realizzato con macerie del terremoto che sconvolse L’Aquila nel 2009. Opera fortemente voluta dai volontari cinofili che intervennero in quei luoghi per ricordare tutti i cani che durante quell’evento lavorarono incessantemente e che oggi corrono liberi sul ponte dell’arcobaleno e per commemorare un volontario di protezione civile che ha dedicato tutta la sua vita alla preparazione dei cani da soccorso: Alfredo Gottardello.
Per questo Noi diciamo grazie, grazie a tutti i cani da soccorso.
Grazie per accompagnarci in questo cammino, in ogni soccorso, in ogni ricerca dispersi e che nonostante la fatica, la stanchezza siete li con noi finché non riportiamo a casa tutti.
Patrizia Aversa
Addetto stampa le Orme di askan