Nel 2007 Benedetto XVI dichiarò, con un documento ufficiale tutt’ora legge della Chiesa, che la Messa antica non era mai stata abolita, ma che anzi era da considerarsi la forma straordinaria e pienamente legittima del Rito Romano: un gruppo di laici di San Vito, sull’onda della ampia diffusione del movimento tradizionale, si avvicinò a Mons. Antonio Rosato, per anni Arciprete della Basilica di Santa Maria della Vittoria e che aveva conservato l’usus antiquor, chiedendogli di istruirli sulla Messa che per secoli aveva edificato la Chiesa. Don Antonio spiegò quindi loro la ricchezza del rito antico racchiusa nel Messale di S. Pio V: egli infatti, da saggio sacerdote, sapeva che la Messa antica, celebrata in latino, nel silenzio, all’altare maggiore, avrebbe esercitato un’attrazione fortissima soprattutto tra i giovani cattolici, come infatti sta avvenendo in tutto il mondo.
I fedeli che si erano stretti attorno a lui e che erano stati istruiti all’antico rito, dopo la sua morte hanno proseguito nello studio della Messa antica, partecipando alle funzioni liturgiche, imparando a servire Messa e incontrando tanti sacerdoti che celebrano il rito antico.
Il gruppo ormai stabile raggruppa giovani, donne, esponenti del mondo della scuola e della cultura, nonché alcuni confratelli della locale “Arciconfraternita dei Morti” e si è dato il nome di Coetus fidelium “Don Antonio Rosato”, in onore del suo primo maestro.
Seguendo le norme dettate da Benedetto XVI, il gruppo si è rivolto con fiducia al Parroco della Basilica di S.Maria della Vittoria per chiedere la celebrazione della Messa festiva secondo il rito antico. Vi sono stati diversi incontri con il parroco e poi con lo stesso Vescovo Caliandro per domandare che si dessero disposizioni per consentire la celebrazione della Messa antica anche nella nostra Diocesi. Dopo molti rinvii e altrettante promesse, il Gruppo ha inteso che non era più tempo di deferenti e cortesi richieste ed ha formalizzato la vicenda con una formale lettera al Vescovo (inviata anche alla Congregazione per la Dottrina della Fede) in cui si ricostruiva la lunga vicenda, i rinvii, le illusioni e l’opposizione di Mons. Caliandro, in violazione dei diritti dei fedeli che proprio il decreto di Benedetto XVI riconosce e tutela, proprio contro l’ostinato diniego dei Vescovi.
Cosa farà il Vescovo Caliandro? Ascolterà le richieste dei suoi fedeli? Continuerà a ignorarle? A San Vito la notizia è già sulla bocca di tutti e molti fedeli iniziano a chiedersi: dove sono finiti l’accoglienza misericordiosa, l’ascolto, il cammino comunitario?
Mentre i devoti e tenaci fedeli perseverano ed attendono, crescendo, verrebbe da chiedersi perché tanti ostacoli alla celebrazione di una Messa. Perciò si attende una risposta dalla Curia.